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220 VITA DI PIO VII

senza di tutti dissugellò un piego in cui erano due brevi portanti la data di Fontainebleau. Pin VII circondato da tanti pericoli, prevedendo non lontana la morte, abrogando le antiche formalità, ordinava col primo ai cardinali di radunarsi sotto la presidenza del decano del sacro collegio e a pluralità di voti eleggere un successore: conteneva il secondo eguali disposizioni, ma giusta le antiche consuetudini, a render valida la elezione, prescrivea due terzi dei voti. Erasi appena compiuta la lettura dei brevi, quando il prelato Mazio, segretario del concistoro, dichiarò ai cardinali aver Pio VII sotto sigillo sacramentale depositato in sue mani un terzo breve compilato nell'ottobre mille ottocento ventuno mella occasione in cui colpì dì scomunica la setta dei carbonari. Lo dissugellò egli stesso e lo lesse. Comandava il papa ai cardinali di procedere dopo la sua morte alla elezione immediata del successore per via di acclamazione: volea, se fosse possibile, compiuto quest'atto alla presenza del cadavere ancora tiepido: volea la elezione segreta, non prevenuti gli ambasciatori delle potenze straniere, non ragguagliate le corti, non celebrati i novendiali, non attesi i cardinali lontani da Roma. La lettura di questo breve, in cui come in riflesso vedeasi la grand’anima di Pio, commosse il sacro collegio. Ricordava il papa ai cardinali, che quasi tutti erano sue creature, raccomandava l'unione, la concordia, conchiudeva che il bene della chiesa, il trionfo della religione, l’amore della patria duvea assicurarlo di loro obbedienza. Giudicarono però i porporati non allarmanti le condizioni dei tempi e allontanati o interamente svaniti i pericoli annunciati dal breve, preparato nel momento in cui fremea la rivoluzione nella Spagna e quella delle due Sicilie e del Piemonte agitava l' Italia. Il cardinale della Somaglia dichiararono fabbricere, lo incaricarono dei lavori relativi al conclave, gli aggiunsero collega Fabrizio Ruffo assente, di cui Consalvi sosterrebbe le veci. Uniti in vicendevoli nodi di carità e di prudenza, quarantanove cardinali elettori, invocato l’aiuto del divin Paracleto, dopo le solite ceremonie, le presentazioni, le condoglianze, gli auguri,