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LIBRO I 43

il giovane segretario del conclave, non troverete voi Roma qual la lasciaste. La varietà dei governi, che si disputarono il possesso della città vostra, la presenza degli eserciti minacciantesi l'un l'altro hanno creato in tutte le classi della metropoli massime e bisogni opposti a quelle consuetudini tranquille, che un tempo prosperavano con voi e per voi in Roma. Le vostre forze si stancano, soggiungea destramente, si esauriscono le vostre pratiche in inutili tentativi, e non si pensa ancora che Thugut ministro di Cesare tratta seco voi con freddezza, che la Spagna vi nega quei soccorsi pecuniari, di cui eravi larga in passato, che Napoli occupa la città vostra, che le potenze cattoliche nulla fanno per voi. Affrettatevi, o padri, e pensate che il mondo aspetta impaziente la vostra scelta, che il bene della religione ve lo comanda. Siavi sprone il riflesso, che altre volte Roma fu salva per la prudenza e per la virtù magnanima dei pontefici divinamente ispirati1. Le quali parole non mancavano di produrre effetto nell'animo dei cardinali. Per oltre a tre mesi annoiati degli indugi penosi, vinti dalla facile eloquenza del Consalvi, essi a credere cominciavano concorrere in Chiaramonti le qualità necessarie a supremo gerarca di s. chiesa: animo forte, temperato dalla mansuetudine e dalla prudenza, virtù necessarie in tempi tanto calamitosi. Ma i voti assicurati al vescovo d’Imola non bastavano ancora alla sua canonica elezione. L’accorto Consalvi, che sperò trarre dalla sua il cardinal Maury, da cui dipendevano sei voti, fecesi a visitarlo. Uomini ambedue forniti di spirito penetrante e di acuto ingegno, vennero facilmente agli accordi. Ai diecinove voti, che chiamavano al solio pontificio il cardinal Chiaramonti, promise Maury, aggiungere i sei, dei quali poteva agevolmente disporre.

  1. Fu nel conclave di Venezia, che Ercole Consalvi cominciò a spiegare quella politica, quella spontaneità di concetti, quell’accortezza di modi, quella felicità di risorse che in seguito gli assicurarono una rinomanza fra quanti furono diplomatici dei nostri tempi.