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274 Storia delle Arti

dei1; ma le abbattè e le distrusse in seguito il mentovato re quando vi venne per la seconda volta2, e mostrò egli ancor maggiormente il suo furore nella presa della città di Pergamo, ove non solo atterrò le statue e i tempj, ma ne ruppe per fino in minuti pezzi le pietre, affinchè mancassero i materiali a chi avesse in seguito voluto riedificarli3. Diodoro attribuisce questa barbarie a un re di Bitinia4, ma probabilmente prende qui un abbaglio. Era in Pergamo allora fra le altre una celebre statua d’Esculapio, lavoro di Filomaco5, o come altri lo chiamano Firomaco6. Lo stesso avvenne a un di presso agli Ateniesi: Filippo, perchè gli Achei seco non vollero allearsi contro Sparta e ’l tiranno Nabide, mise a fiamme l’Accademia che era avanti la città, e distrusse i tempj che le stavano intorno, senza nemmeno rispettare i sepolcri7: dal che irritato questo popolo una legge promulgò, nella quale ordinavasi8, che le di lui statue ed immagini tutte, e quelle de’ suoi maggiori d’ambi i sessi, tolte fossero e distrutte, e si avesse per profano ed immondo qualunque luogo, ove posti fossero di lui titoli d’onore o iscrizioni9.


  1. Polyb. lib. 5. p. 358. & l. 9. p. 562. D.
  2. Constant. Porphyrog. Excerpta Polyb. lib. 11. pag. 45.
  3. idem ibid. lib. 16. pag. 67.
  4. idem Excerpta Diod. pag. 294. [Anzi l’attribuisce al re Filippo stesso, non parlando di altri.
  5. idem Excerpta Polyb. pag. 160.
  6. Anthol. lib. 4. cap. 12. n. 91. vers. 2. Constant. Porphyrog. Excerpta Diod. p. 7.
  7. idem ib. pag. 295., Liv. lib. 31. c. 23. n. 26., cap. 26. n. 30.
  8. Liv. loc. cit. cap. 30. n. 44.
  9. Tra gli artisti, che hanno fiorito dopo la morte d’Alessandro il Grande, è da nominarsi particolarmente Carete di Lindo scolaro di Lisippo, accennato ad altro proposito alla pag. 149., e il suo colosso di Rodi in bronzo alto 70. cubiti. Di questo abbiamo detto qualche cosa alla pag. 34. not. a., secondo Filone di Bisanzio, che a lungo lo descrive come una delle sette maraviglie del mondo, quale è detto anche da Strabone lib. 14. pag. 964. B. Vi furono impiegati 11. anni a farlo. Si compì nell’olimpiade cxxiv., o cxxv.; e dopo 56. anni rovinò per un orribile terremoto. I pezzi vi si sono conservati per terra sino all’anno 653. dell’era cristiana, in cui dal re de’ Saraceni Mauria, che s’era reso padrone dell’isola, venduti furono ad un mercante ebreo, che ne caricò 900. cammelli. Veggasi Plinio lib. 4. c. 7. sect. 18., e ivi l’Arduino, e Giunio Catal. archit. ec. pag. 10. Sesto Empirico Adv. Mathem. lib. 7. pag. 156. scrive, che Carete si uccidesse dopo aver impiegata nei soli preparativi la somma, che avea richiesta per tutta l’opera.

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