Pagina:Storia delle arti del disegno II.djvu/292

Da Wikisource.
286 Storia delle Arti

fosse più antico l’Apollonio, poichè l’omega ha la medesima forma ω1.

§. 16. Lavoro d’Apollonio, come appariva dall’iscrizione, era un altro torso d’Ercole, o secondo altri, d’Esculapio, che vedeasi alla fine dello scorso secolo nel palazzo Massimi. Dal Tomo X. dei manoscritti di Pirro Ligorio esistenti nella regia Biblioteca Farnese (pag. 224.) rilevo che quello pezzo fosse dianzi nei bagni d’Agrippa presso il Panteon, e abbia appartenuto in seguito ai celebre architetto Sangallo. Dovea certamente essere un lavoro prezioso, poichè l’imperatore Trajano Decio, che fecelo colà porre, volle pure che con un’iscrizione, dallo stesso Ligorio riportata, venisse indicato il cambiamento di luogo, che fatto avea tale statua2. Che poi avvenuto ha di quel torso, io l’ignoro.

[Ricadde nuovamente l’arte in Grecia...] §. 17. Il Torso di Belvedere sembra essere una delle opere più perfette dell’arte fatta in Grecia avanti la perdita della libertà. Dacchè ella divenne provincia romana non si trova più fatta menzione di nessun chiaro artista greco sino ai tempi del triumvirato. I Greci, circa quarant’anni dopo che da T. Quinzio Flaminino erano stati dichiarati liberi, la libertà nuovamente perderono, sì pei torbidi suscitati dai capi della lega achea3, sì per la gelosia che tal lega dava ai Romani. Questi, rendutisi padroni della Macedonia dopo la

sconfitta data al re Perseo4, aveano molto a temere dell’


al-


  1. Una statua consimile alla Farnese, nella medesima positura, espressione, e membra robuste, per quanto dice il Ficoroni Le singol. di Roma mod. cap. 7. pag. 52., colla medesima iscrizione, e forma di lettere, la possiede in Volterra monsignor Guarnacci, che la comprò in Roma. Se ne può vedere la stampa in rame presso lo stesso Ficoroni, e Maffei Art. crit. lapid. ec. pag. 4. Il nome di Glicone si trova pure sotto un bassorilievo rappresentante Ercole in piedi avanti un erme di Satiro, e diversi altri simboli, riportato dal Boissard Antiq. & inscript. Par. iiI. fig. 117.; ma potrebbe essere il nome del dedicante.
  2. Era cosa solita, principalmente presso i Romani, l’indicare con una iscrizione il cangiamento di luogo delle statue. Ciò costa da Plinio lib. 34. cap. 8. sect. 19. §. ult., e da tante di quelle iscrizioni riportate dal signor abate Marini nella più volte citata dissertazione inserita nel Giornale de Letterati, Tomo iiI. anno 1771. an. 5. princ. pag. 144., e dal signor abate Amaduzzi Monum. Matthæj. Tom. iiI. cl. 10. Tab. 61. n. 7. p.117.
  3. Pausania lib. 2. princ. pag. 117.
  4. Nell’olimpiade clii. anno iv. secondo Casaub. Hist. Polyb. synops. chron. p. 1073., o nell’anno i. dell’olimpiade seguente, secon-