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288 | Storia delle Arti |
terz’anno1 adunavansi a! medesimo luogo come dianzi2; avendosi preso allora la città di Sicione l’incarico di ordinarli3.
§. 18. Fabretti4 pende a credere che due statue, esistenti a Roma in casa Carpegna, alle quali sono poscia state imposte le teste di M. Aurelio, e di Settimio Severo5, debbano annoverarsi fra i lavori che Mummio portò dalla Grecia a Roma, poichè sulle basi d’amendue leggeasi M. MVMMIVS COS. Ma oltrechè Mummio conquistator di Corinto fu Lucio, e non Marco, i conoscitori vi scorgono chiaramente il lavoro di tempi posteriori, il che pure s’argomenta dall’armatura che è d’imperatore. E’ probabile che quelle basi siansi perdute, poichè veggonsi fatti di nuovo e di un sol pezzo i piedi e le basi che sono senza iscrizione.
[... e i Romani depredaronvi le opere migliori.]
§. 19. Questo saccheggio d’una greca città avrebbe potuto agevolmente sopportarsi per la quantità grande di statue e di pitture, che era in tutte le città, anzi in tutt’i luoghi della Grecia. Ma quella nazione, vedendoli continuamente esposta al depredamento e al saccheggio, si perde di coraggio, e non osò più spendere ne’ pubblici sontuosi monumenti dell’arte, che erano divenuti l’oggetto della cupidigia de’ loro vincitori. Diffatti la Grecia soggiaceva allora alle rapine continue de’ Romani. Marco Scauro edile prese alla città di Sicione, per certi debiti contratti con Roma, tutte le sculture e le pitture de’ tempj e de’ pubblici edifizj, le quali servirongli ad ornare il magnifico teatro che fece allor costruire per pochi giorni6. Da Ambracia, dianzi sede dei re
re |
- ↑ Ved. Corsini Diss. agon. Dissert. IV. n. 2. 3. pag. 83. segg.
- ↑ Paus. lib. 2. cap. 2. pag. 114.
- ↑ Mummio però dedicò in Elide dopo la presa della detta città vent’uno scudo o clipeo indorati, come riferisce Pausania lib. 5. c. 10. p. 399. princ., e una statua di Giove in bronzo, cap, 24. p. 440. princ.
- ↑ Inscript. cap. 5. num. 292. pag. 400. V. Buonarruot. Osserva. sopra alc. medagl. Tav. 14. num. 4. pag. 264.
- ↑ Passata in Inghilterra.
- ↑ Plin. lib. 34. cap. 7. sect. 17., lib. 35. c. 11. sect. 40. §. 24., lib. 36. c. 15. sect. 24. §. 7.