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330 S t o r i a   dell’A r t e   greca

fe dormenti1 o Venere2: e quindi nulla da esse si può inferire per giudicare dell’arte ai tempi d’Augusto. La della prima non ha altro di rimarchevole, se non che è un po di traverso3; la seconda, che da alcuni tiensi per un miracolo dell’arte, e si paragona alle più belle teste antiche4, è senza dubbio nuova, e lavoro d’un artefice, che non avea studiato il bello nè sulla natura nè su i pregevoli monumenti dell’antichità. Una simile figura, che apparteneva dianzi al museo Odescalchi, è stata trasportata in Ispagna nel museo reale a sant’Ildefonso.

[Statue d’Augusto...] §. 7. Opere certe di questi tempi sono la statua d’Augusto nel Campidoglio5, che è d’un lavoro mediocre, e lo rappresenta in un’età giovanile, con un rostro di nave ai piedi allusivo alla battaglia d’Azio6, e la statua sedente dello stesso Cesare nel luogo medesimo, la quale però verosimilmente non ha di lui che la testa, e altronde merita appena d’esser qui mentovata7.

[... sue teste...] §. 8. Il marchese Maffei parla d’una testa d’Augusto colla corona civica, cioè coronata d’un ramo di quercia, esistente nel museo Bevilacqua a Verona, e dubita, se altra ve n’ab-


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    leno che fu trovata colla destra sul capo in atto di tener il diadema; come scrive anche Glica Annal. par. 1. pag. 59. Aggiunge in oltre Galeno, che Cleopatra cadendo morta volle osservare tutta la modestia, imitando Polissena, che, secondo Euripide in Hecuba, vers. 568., nel cadere esangue cercò di coprirsi le parti da celarsi. Or quell’atteggiamento, e questa modestia non si vede nelle statue, che hanno quasi tutto scoperto il ventre: al che non avrà badato il signor Lens Le costume, ec. loc. cit., ove dice, che l’abito di esse farebbe stato indecente per tutt’atltra regina fuorchè per Cleopatra. Neppur si scorge in esse l’abito più fastoso di regina, che vestì Cleopatra prima di farsi mordere dal serpe, o di avvelenarsi, come alcuni pensarono, nè indizio del letto prezioso d’oro, su cui morì, al dir di Plutarco loc. cit. pag. 956. E.

  1. Si trovano difatti altre statue sicuramente di Ninfe, che stavano sopra fontane nello stesso atteggiamento appoggiate sopra un vaso da gettar acqua, come tra le altre è una piccola del Museo Pio-Clementino. Ma però non convengono nella ricchezza, e forma del panneggiamento. Chi sa che non rappresentino anche Semele; già che hanno quali una perfetta somiglianza alla Semele, che vedesi nella gemma data dal nostro Autore nei Monum. ant. ined. n. 1., nominata anche in quest’opera nel Tomo I. p. 174. §. 3.
  2. Steph. Pigh. in Scot. Itin. Ital. p. 126.
  3. Ne sono state pubblicate moltissime diverse stampe, come dal Maffei Raccolta di statue, Tav. 8., nella Metalloteca del Mercati, e altrove; ma più corretta è quella fatta ultimamente dal Piranesi.
  4. Richards. Traité de la peint. & de la sculpture, Tom. iiI. par. 1. pag. 206.
  5. Nel cortile del palazzo dei Conservatori a mano manca entrando.
  6. Maffei Raccolta di statue, Tav. 16.
  7. Mus. Capit. Tom. iiI. Tav. 51.