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412 Storia delle Arti del Disegno

veggiamo a quest’epoca elevarsi tali edifizj, che superano quanto di più grande e di più magnifico fece mai ne’ suoi più floridi tempi la Grecia, in cui, al dir di Platone1, un buon architetto era una cosa rara. Mentre non v’era in Roma un artista che sapesse disegnare una buona figura, Caracalla faceva costruire i suoi bagni2, le cui ruine tuttora ci fanno maraviglia3. Fece in seguito edificare i suoi bagni Diocleziano, ne’ quali si propose di superare tutt’i suoi antecessori; e bisogna confessare che quanto di essi ci è rimasto, per l’immensa sua estensione ci sorprende. Abbiamo però una prova del cattivo gusto di quegli artisti, poichè l’intavolato era sovraccarico d’ornati, come gli spettatori ne’ giuochi pubblici dati da quello imperatore venivano, per così dire, soffocati dalla gran quantità di fiori che gettavansi sopra di loro. Giusta le misure prese ultimamente dal celebre architetto signor Adams il suo palazzo a Spalatro nell’Illirio ha 705. piedi inglesi di lunghezza per ogni lato. Quella sorprendente fabbrica avea quattro strade principali di 35. piedi di larghezza; ed ogni strada, dall’ingresso sino alla piazza che v’è nel mezzo, erane lunga 246. Quella che attraversava il palazzo era di 424. piedi: da ambo i lati di essa v’erano de’ portici larghi 12. piedi, alcuni de’ quali tuttora sussistono. Ho tratte quelle notizie dal manoscritto dello stesso sig. Adams che è stato poi pubblicato4 con tutto il


lus-
  1. Amator. oper. Tom. I. pag. 135. C.
  2. Sparziano nella di lui vita c. 9. p. 724.
  3. Negli scavi fattivi ai tempi di Paolo III. dopo il 1540. vi furono trovate molte belle statue, e principalmente quelle che adornano il palazzo Farnese, la pretesa Flora, i due Ercoli, come narra Flaminio Vacca nelle sue Memorie, num. 23., il gruppo del Toro, il preteso Comodo da gladiatore, delle quali si è parlato qui avanti, ed altre ancora. Non mi dispiace la riflessione dell’Haym Tes. Britann. Tom. I. Atene, num. 37. pag. 183., il quale pensa che la statua dell’Ercole sia stata da Atene trasportata in Roma per ordine d’Antonino Caracalla, e collocata nelle dette sue terme; poichè prima di lui si vede rappresentata nelle monete d’Atene, e d’altre greche città; e quindi nelle sue, in quelle di Gordiano Pio, di Gallieno, e di Massimiano Erculeo, e non più nelle greche. Il Vasari nella vita di Michelangelo, Tom VI. pag. 263., dice che il gruppo del Toro vi fosse trovato nel 1546. Non so donde Bottari abbia tratta la notizia, che ivi pag. 264. aggiugne, d’esser cioè quello gruppo restaurato coi pezzi antichi. Vedi qui avanti pag. 263.
  4. Vi si legge qualche piccola differenza nelle misure suddette.