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82 O s s e r v a z i o n i

scalini, che circondano il sepolcro di quell’eroe1. Quando non v’erano scalini tutto intorno all’edifizio, come nei tempj rotondi, erano solamente all’ingresso; perchè quelli tempj posavano sempre su di un’alta base, e principalmente se v’erano pilastri. E siccome negli ultimi tempi dell’antichità si metteva alle colonne uno zoccolo assai alto, questo faceva che necessariamente l’ingresso ne solfe molto sollevato: quindi è che al detto tempio della villa Negroni vi siano dieci scalini, per arrivare alla porta2.

§. 74. Noi osserveremo ancora, che gli scalini degli antichi non aveano sporto in fuori, o vogliam dire non eran fatti a cordone3, come si usa oggidì; ma erano fatti a spigolo. Gli scalini della villa Adriana erano formati da due lastre uguali di marmo unite insieme ad angolo retto. Non potranno per conseguenza essere antichi gli scalini del portico della Rotonda4.


§ 75. In-


  1. Secondo le regole, che dà Vitruvio lib. 3. cap. 3., e lib. 9. cap. 2., gli scalini non doveano essere molto alti, comunque variino gl’interpreti nell’intenderlo; perchè egli al primo luogo citato dice chiaramente, che si abbia riguardo a non far la salita faticosa. Può trarsene anche argomento dal leggersi in Dione lib. 4. c. 21. Tom. I. p. 355., che Giulio Cesare nel suo primo trionfo salì in ginocchione i gradini del tempio di Giove Capitolino (come di essi solamente lo intende il Nardini Roma ant. lib. 5. c. 15. reg. VIII. p. 271. col. 1.); e nel lib. 60. c. 23. Tom. iI. pag. 960., che lo stesso fece Claudio. Non farebbe stata facile, ed agiata cosa il fare questa salita per un numero di scalini non indifferente, se fossero stati alti assai. Nè alti sarebbero gli scalini, de’ quali parlammo qui avanti pag. 84. n. a., se possiamo crederli antichi. Nei tempj, ove sono stati fatti gli scalini tutto intorno, io distinguerei quelli, per li quali immediatamente si saliva, da quegli altri, che servivano di basamento; cosicchè quelli fossero più bassi per comodo di chi saliva; e gli altri più alti per accordo, e maestà della fabbrica presso a poco come nelle gradinate dei teatri, che erano più alte ove si sedeva, e meno ove si saliva. Trovo infatti, che al tempio della Concordia a Girgenti dalla parte orientale, per cui si ascende al portico, vi erano gli scalini assai bassi; di sei de’ quali, alti mezzo palmo, vi sono ancora gli avanzi, secondo che riferisce il signor barone Riedesel Voyage en Sic. ec. let. 1. pag. 41. Nel tempio grande di Pesto giravano alti tutto intorno gli scalini; ma per diminuire quell’altezza a comodo di chi saliva, si era adattato uno scalinetto posticcio fra l’uno e l’altro. Quello scalinetto non vi è restato, perchè forse era di metallo, o altra materia preziosa, oppure perchè non ha retto al corso de’ secoli; ma ben si arguisce che vi forse da un certo incastro fra l’uno e l’altro scaglione, che sembra adattatissimo a ritenere una terza cosa collocata nel mezzo, con cui mentre adornavasi l’esterior parte del tempio, di tre gradini se ne formavano cinque, e davasi una comoda salita; come giustamente ha riflettuto, ed osservato il P. Paoli Rovine della città di Pesto, Dissert. 3. n. 49. pag. 104.
  2. Vedi la Tav. XVIII. qui appresso.
  3. Non so perchè Galiani gli abbia fatti così nella Tavola XI. fig. 5. aggiunta alla sua traduzione di Vitruvio.
  4. Sarebbe una sciocchezza anche il pensarlo. Nel citato basso rilievo già della villa Medici, ora nella galleria Granducale a Fi-