Pagina:Storia delle arti del disegno III.djvu/30

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e ciò non ostante Dawkins proseguì il suo viaggio col signor Wood, il quale pubblicò l’opera intorno a Palmira1. Ritornato poi alla sua patria Dawkins era egli un magnanimo promotore delle antichità della Grecia; e il signor Stuart trovò nella di lui casa a Londra tutti i comodi, che poteva desiderare per far incidere i suoi disegni, per li quali impiegò i due abili artisti Strange, e Bezaire. Sono circa due anni che Dawkins è morto nel fior dell’età sua; e la di lui morte si ha da stimare come una vera perdita per le arti, e per le scienze. Si è continuata l’opera delle antichità della Grecia, di cui è stato pubblicato il piano; e da due anni sono incise le Tavole del primo Tomo. Quest’opera si aspetta con impazienza, dovendo essere più estesa, e meglio dettagliata, che quella del signor le Roy2; perocchè il viaggiatore inglese ha passati nella Grecia tanti anni quanti mesi vi ha impiegati il francese3.


Ci


  1. In Londra nel 1753.; e quella intorno alle rovine di Balbec nel 1757. nella stessa città, e nella lingua inglese.
  2. È stata poi data a luce in Londra nel 1762. in foglio nella lingua inglese. Avendone Winkelmann veduto in appresso il primo Tomo, scrisse in una lettera al signor Fuessli da Roma in data dei 22. fettembre 1764., riportata nella Raccolta di esse par. iI. pag. 138., che poco avea soddisfatto in questa città come in Inghilterra; perchè tutto il volume non conteneva che piccole cose, come la Torre de’ venti, di cui parlammo nel Tom. I. pag. 52. col. 1., portandone tutte le figure in gran Tavole in rame: di modo che era facile accorgersi, che si era cercato di fare un grosso libro: monstrum horrendum ingens, cui lumen ademptum. Non mi voglio trattenere a riferire i varj giudizj datine dai giornalisti, perchè troppo m’allontanerei dal mio scopo. Il signor le Roy nella ristampa, che ha fatta in Parigi nel 1770. della sua opera, correggendovi molte cose, e dandole altr’ordine, si difese dalle critiche di Stuart, principalmente riguardo alle misure; dicendo, che il suo oggetto era stato di dare piuttosto delle vedute pittoresche di quelle antichità, che il misurarle; e di far vedere il rapporto., che vi era fra di esse, le fabbriche descritte da Vitruvio, e quelle dei popoli, che hanno preceduti, o seguiti i Greci nella cognizione delle arti. Bella ragione per chi non ne vuol nessuna. Non ha però pensato il signor le Roy di difendersi dalla critica fattagli intorno a ciò, che egli dice della Lanterna di Demostene, dall’annotatore, e traduttor fiorentino dei Caratteri di Teofrasto Tom. il cap. 5. n. 23. pag. 24.» e dalle tante altre critiche fattegli dal Piranesi, o altri che sia l’espositore delle Tavole, nella citata opera Della magnificenza de’ Romani, pubblicata in Roma nel 1761., se ne ha avuta notizia; di una delle quali critiche giustissima, noi parleremo appresso alle Osservazioni §. 51. Il nostro Autore parla di quelle critiche in una lettera al signor Usteri dei 28. luglio 1761., riportata colle citate pag. 46.; ma forse non era più a tempo di rilevarle in quest’opera -, siccome neppure delle cose, che dice il signor Piranesi intorno agli antichi monumenti. Leggasi anche la citata dissertazione, o lettera a me diretta, del P. Paoli, inserita qui appresso alle Osservazioni di Winkelmann sul tempio di Girgenti.
  3. Il signor conte di Choiseul Gouffier ha fatto pur misurare tutte queste rovine colla più grande esattezza; e il pubblico aspet-