Pagina:Storia delle arti del disegno III.djvu/369

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s u l l e   R o v i n e   d i   R o m a. 351

Più monumenti grandiosi vengono accennati da Bene-


detto

    nito De hon. discipl. lib. 14. cap. 6. asserisce, che vi fossero anticamente colonne, e portici detti centenarii, per essere stati lunghi cento passi; e di un triportico lo abbiamo ve luto qui avanti pag. 44. col. 2. Si è anche veduto pocanzi, che il condotto dell’acqua Sabbatina si chiamava centenario semplicemente, per li cento archi, che a un dato luogo lo reggevano, come scrive Anastasio nella vita di Adriano I. sect. 331. pag. 258. Tom. I. In Roma era celebre pure l’Hecatonstylon vicino al Teatro di Pompeo, di cui parla anche Marziale lib.2. epigr. 14. edit. Raderi, e nel lib. 2. epigr. 14. L’anonimo scrittore Ant. Constant. lib. 3. presso il Bandurio Imp. orient. ec. Tom. I. pag. 56. parla di una Torre di Costantinopoli detta centenaria; e in Antiochia, al dir dì Giovanni Antiocheno, cognominato Malala, Hist. chron. lib. 11. in fine, pag. 129. C., vi era un Bagno pubblico detto centenario, danneggiato da un terremoto al tempo di Traiano, e restaurato da M. Aurelio Antonino. Quale di quelle ragioni farà al nostro caso? L’altezza della Colonna è di 175. piedi, per consenso di tutti gli antichi, e dei moderni scrittori sulla fede di quelli, che l’hanno misurata. Siccome poco manca da quello numero ai 200. piedi, è facile che sia stata detta centenaria quasi che fosse di quell’altezza di due centinaja di piedi; come là delle altre colonne dette centenarie, benché non arrivassero ai cento piedi. Potrebbe dirsi ancora, che avesse avuto quel nome per la somma del denaro, che vi fu impiegato. Pare che per questa ragione fosse chiamata centenaria la detta torre di Costantinopoli, perocchè dice l’anonimo, che costò grandi somme: Turris centenaria magnis sumptibus extructa fuit. Secondo che scrive il citato Malala loc. cit. pag. 119. B. l’imperator Adriano quando fece rialzare il Colosso di Rodi, del quale fu parlato qui avanti Tom. iI. pag. 274. n. a., vi fece scrivere alla base, che vi avea spese tre centinaja, senza dire di qual moneta, per le macchine. corde, e artefici; e sappiamo da Erodoto lib. 2. c. 125. pag. 164., da Diodoro lib. 1. §. 64.. pag. 73., e da Plinio lib. 26. cap. 12. sect. 17. §. 3., che alla piramide più grande di Egitto vi era una iscrizione colla somma spesa in cipolle, agli, ravanelli, ed altri simili cibi, ascendente a 1600. talenti d’argento, che fanno più d’un milione di scudi romani. Non posso credere, che col numero cento siasi avuta relazione a qualche epoca; perchè allora la Colonna sarebbe stata detta secolare, come i giuochi secolari, ed altre cose.
    L’epoca segnata nelle lapidi è interessante, benché un poco difficile ad appurarsi. Vi si ha il consolato di Falcone, e Claro; il quarto degl’idi di settembre, ossia li 10.; e Adrasto si dice liberto degli Augusti viventi: Dominorum nostrorum Augustorum. Il consolato di que’ due colleghi, secondo la più comune opinione seguita dal Muratori, e dall’Almeloveen, cade nell’anno 193. dell’era volgare, benché il Baronio lo porti all’anno 195. senza darne ragioni; ma poi quelli stessi scrittori danno per suffetti altri consoli, chi in marzo, chi in maggio, chi in giugno, chi in luglio; e in giugno veramente si rileva console Silio Messala presso Dione l. 73. c. ult. p. 1238. Tom. iI. Converrà dunque dire, che in queste lapidi, come in altra presso il Grutero Tom. iI. pag. 475. n. 4., in cui sono segnate le none di settembre, non si sia fatto conto dei consoli suffetti; ma siasi continuato a segnar l’anno col nome dei due ordinaj, come si usava da altri. Una difficoltà mi rimarrebbe, ed è, che potendosi sospettare, che que’ due primi consoli fossero deposti per ordine degl’imperatori, o almeno Falcone uomo prepotente, che avea macchinato contro di Pertinace per esser fatto imperatore, ciò non ostante i razionali degl’imperatori, che erano come procuratori, maestri di casa, e computisti, continuassero colla data di essi, non dei nuovi, forse più ben affetti ai loro padroni. Quest’imperatori poi non possono essere altri, che Settimio Severo dichiarato imperatore nel mese di maggio dello stesso anno, e Decimo Clodio Albino, che Severo ebbe la politica di dichiarare subito cesare mentre stava ancor nella Bretagna per trattenerlo colle buone dal farsi dichiarare anch’egli imperatore dal suo esercito. Osserva il Muratori a quell’anno, Tom. I. par. 2. pag. 290., che v’è chi pensa essersi più tardi risoluto Severo di appigliarsi a quel partito; ma egli poi nota all’anno seguente, rilevarsi dalle medaglie riferite dal Mezzabarba, che Severo adottò Albino per figlio in quell’anno; e la prima delle nostre lapidi par che confermi Albino più che cesare, dicendo amendue augusti; e facendo vedere Adrasto liberto dell’uno, e dell’altro.
    Per ultimo voglio fare una riflessione sopra il luogo, ove furono trovate le lapidi. Esse furono trovate nella parte della piazza di monte Citorio in mezzo fra la casa di monsignor Vicegerente, l’altra casa accanto, e il piedestallo della Colonna d’Antonino Pio posto in mezzo alla piazza; e furono trovate al loro luogo cogli avanzi della casa di Adrasto alla profondità per lo meno di dieci in dodici palmi dal piano della piazza suddetta, al livello presso a poco del piano, ove sorge la Colonna di M. Aurelio. Questo conferma