Pagina:Storia delle arti del disegno III.djvu/470

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gli altri Antemocrito araldo di Pericle, o come noi crediamo piuttosto un trombetta spartano, o un armigero, benchè si legga in una lettera del re Filippo tra le opere di Demostene1, che a quell’araldo fosse eretta una statua. Nel Filottete opera di Pittagora gli spettatori quasi sentivano il dolore della di lui piaga2: l’Apollo del Vaticano è preso nel punto di partire; e l’opera famosa d’Agasia, di cui appresso riparleremo, è figurata nel punto estremo, dove può giugnere un guerriere, o atleta, che si ripara da un colpo, steso, e storto quanto è possibile con tutto il corpo. Questa fu certamente la stessa mira dell’autore del Discobolo; come dovette esserla in altra statua di Lada vincitore al giuoco della corsa, che da lui fu gettata in bronzo in atteggiamento quasi di volare, appena reggendosi sulla punta d’un piede, quale è descritta in un epigramma dell’Antologia greca3, che riportiamo secondo la traduzione latina fattane dal ch. Cunich4:

Qualis eras, Lada, fugiens pernicior euro,
Vixque imo tangens flammeus ungue solum,
Ære Myro talem fecit: studiumque corona,
Et prima toto e corpore laudis amor,
Lataque se prodit fiducia: pectore ab alto
Ductam animam summis cernimus in labiis.
Jam fugiet; palma adsiliet jam jamque volucre
Æs, ipso levior quod ciet ars animo.

Il Ficoroni5 ci dà notizia di alcuni frammenti di busti in marmo, col nome di Mirone scultore in uno, trovati l’anno 1734.: ma chi può dire, che appartengano al nostro Mirone, o a qualche altro: quando questo nome si trova dato a molte altre persone in varj tempi, come liberti, ed altre?6. S’ignora il soggetto rappresentato nella nostra statua. Se si volesse ricorrere alla storia eroica, potrebbe credersi un Perseo, che fu inventore del disco7. Ma il sapersi, che Mirone fece la statua di quel vincitore al corso, ed altre8, rende verisimile,


che


  1. pag. 114. D.
  2. Vedi loc. cit. nota A.
  3. lib. 4. cap. 2. n. 4.
  4. Epigr. Anthol. græcor. selecta, pag. 2.
  5. Gemmæ ant. litt. pag. 126.
  6. Seneca De morte Claudii, Grassero De antiq. Nemaus. in suppl. Sallengre, Tomo I. col. 1080. D., Gori Columbar. ec. in suppl. Poleni, Tom. iiI. col. 289.
  7. Pausania lib. 2. cap. 16. pag. 146.
  8. Vedi Tom. iI. pag. 211. col. 1.