Pagina:Storia di Milano II.djvu/213

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di cadaveri e di tanti sassi, che pareva cosa stupendissima; alcuni sassi di smisurata grandezza volarono lontani più di cinquecento passi. Il Burigozzo così descrive il fatto: ma a dì 28 zugno 1521, che fu la vigilia de Santo Pietro, a due ore prima di notte, venne uno horribile tempo da sorte che la sajetta dêtte in el torrazzo in mezzo alla fazada del castello, dove gli era gran quantità de polvere da bombarda, talmente che quella torre sino al fondamento fu fracassata, et portò prede grandissime sino al mezzo della piazza, e tutto el castello se squassò, adeo che per la ruina grande che fu, moritte el capitaneo et da rôcca et da castello, sotto le prede qual ruinorno, et moritte innumerabile altra gente, d’onde questo fu una gran cosa. E il Grumello riferisce il fatto nel modo seguente: A dì 28 junio 1521 da hore 23 dêtte la saietta in la torre de le hore del castello di Porta Giobia de Milano, cossa stupendissima et da non credere chi non la vide, et io la vidi con gli occhii levar la media parte de dicta torre et li fondamenti insiema et portarla oltra il revellino et la fossa, et gittarla in su la piazza de dicto castello, et hebe occixo li doi castellani et il cavalero Vistarino, quale hera ditenuto in prigione in epso castello, et foreno occixi la più parte de le gente herano habitante in detto castello. Le ruine de le stancie et tecti et muraglie non ne dicho niente. Più ruina fece Iddio in un momento in epso castello, che non haveria facto l’artellaria dil re gallico in un anno. De le ruine facte di fora dil castello non ne scrivo, como ruinamenti de tecti, de ecclesie, caxe, rompimenti di catenazi, de botteghe, invedriate, cose admirande. Di