Pagina:Stowe - Il fiore di maggio, 1853.djvu/217

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— Ma, Alice, io non ho mai creduto che tanto vi compiaceste d’essere ammirata.

— Io amo assai d’essere ammirata, disse Alice ritornando a sedere sul sofà, e credo che tutti sieno dell’opinion mia.

— A me poco importa l’esser corteggiata, e m’è indifferente tanto a non piacere agli altri, come a piacere.

— Allora, cugina, io stimo che sia gran peccato che voi abbiate a piacere a noi tutti, disse Alice sorridendo.„

Se Alice aveva dell’acutezza, ben chiaro si scorge che non se ne serviva per mostrarsi severa o mordace.

“Ma in realtà, cugina, disse l’altra, io non sapeva che una giovane come voi avesse tanto gusto per la toeletta, per l’ammirazione degli altri e cose di simil natura.

— Ignoro quale opinione possiate avere di me, nè in quale categoria vogliate collocarmi, disse Alice, ma per me pretendo semplicemente essere come la comune degli uomini, e non arrossisco dei sentimenti che come tale io provo. Se Dio ci ha creati per amare ed essere ammirati, perchè nol confesseremo noi altamente? Io amo la seduzione, — voi pure l’amate — tutto il mondo vuol essere corteggiato, e perchè mo’ non tutti vogliono confessare la verità?

— Ebbene, sì, io credo che tutti in generale amino d’essere ammirati; io voglio pur convenirne.

Ma voi non volete convenire d’avere voi stessa questa inclinazione, disse Alice; non è questa la vostra conclusione? É ben così che va la cosa. Ciascuno riconosce di provar desiderio, in generale, d’ispirare agli