Pagina:Stowe - Il fiore di maggio, 1853.djvu/218

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altri una buona opinione di sè medesimi; ma la metà degli uomini si vergogna di ciò quando trattasi d’un caso pratico. Ora io credo che se una cosa è buona in generale, è buona in particolare; ed io non sto in dubbio nel modo di regolarmi su queste due proposizioni.

— Ma ciò sembra in alcun modo meschino, disse la compagna.

— È meschino vivere per soddisfare la propria vanità, per lasciarsi intieramente preoccupare dalla medesima; ma non è meschino di goderne quando ci capita, od anche d’irne in traccia, quando, ciò facendo, non negligentiamo cose di maggiore importanza. Tutto ciò che Dio ci fa provare è elevato e puro, a meno che noi non lo convertiamo in male.

— Ma, Alice! Non mi fu mai dato intendere alcuno esprimersi con tanta franchezza come voi. Si può dire tutto ciò che è innocente e naturale; e quanto a ciò che non è nè l’uno nè l’altro, non si può neppure pensare.

— Ma si può dire tutto ciò che si pensa? disse la cugina ridendo.

— No. Abbiamo in noi un’istinto che c’insegna a tacerci talvolta; ma per poco che noi parliamo avvi mestieri di tutta la semplicità e la sincerità.

— Ora un’esempio, Alice, disse la signora; è innocentissimo e naturale, dite voi, di pensare questo o quest’altro, ed ogni sorta di cose lusinghiere per sè medesimi, specialmente quando tutti si accordano a confermarci in questa opinione: ma esporrete voi nuda la verità, quando alcuno ve la chiedesse?