Pagina:Stowe - Il fiore di maggio, 1853.djvu/219

Da Wikisource.
212

— Se fosse alcuno che avesse il diritto di farmi tale inchiesta, in tempo e luogo conveniente, io risponderei tutta intiera la verità, disse Alice.

— Ebbene, Alice, io vi chiedo (permettendolo ora le convenienze di tempo e di luogo): credete voi d’esser bella?

— Voi pensate, rispose Alice, ch’io voglia fare una riverenza a tutte le sedie di questa stanza prima di rispondervi ma voglio risparmiare questa cerimonia, e con tutta sincerità vi rispondo: credo d’esser bella.

— Vi estimate voi buona?


— Non del tutto, disse Alice.

— Credete dunque di valere qualche cosa di più degli altri?

— To credo soltanto poter dire che valgo certo più di taluni; ma per fermo, cugina, io non mi fido gran fatto al mio proprio giudizio su questo punto, disse Alice.

— Ebbene, Alice, ancora una domanda. Quale di noi due, credete voi che James Martyrs prediliga?

— Non lo so, disse Alice.

— Io non vi ho chiesto ciò che ne sapete, ma ciò che ne pensate: voi avrete bene dovuto pensar qualche cosa in proposito.

— Su via! adunque, stimo d’essere io, che gli abbia fatta maggiore impressione, disse Alice.„

Nell’istante medesimo la porta si aprì, e James Martyrs in persona entrò nella sala. Alice arrossi componendosi involontariamente ad un’aspetto assai comico, e ripigliando il lavoro. La sua cugina disse: