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favola terza 135

compassionevole lamento, e vedutala cosí maltrattata, alquanto la confortò; e raccolte certe erbuccie di maravigliosa virtú, e postele sopra gli occhi, e giungendo due mani alle braccia, immantinente la risanò. Poscia Samaritana, deposta giú la squallida scorza di biscia, una bellissima giovanetta rimase.

Giá il sole nascondeva gli suoi folgenti rai, e le tenebre della notte cominciavano apparire, quando il vecchiarello con frettoloso passo giunse alla selva, e trovò Biancabella che con un’altra ninfa sedeva. E miratala nel chiaro viso, stupefatto rimase, pensando quasi ch’ella non fusse. Ma poi che conosciuta l’ebbe, le disse: — Figliuola mia, voi eravate stamane cieca e monca; come siete voi cosí tosto guarita? — Rispose Biancabella: — Non giá per me, ma per virtú e cortesia di costei che meco siede, la quale mi è sorella. — E levatesi ambedue da sedere, con somma allegrezza insieme con il vecchio se n’andorono a casa: dove dalla moglie e dalle figliuole furono amorevolmente ricevute.

Erano giá passati molti e molti giorni, quando Samaritana, Biancabella ed il vecchiarello con la moglie e con le tre figliuole andarono alla cittá di Napoli per ivi abitare; e veduto un luogo vacuo che era al dirimpetto del palazzo del Re, ivi si posero a sedere. E venuta la buia notte, Samaritana, presa una vergella di lauro in mano, tre volte percosse la terra, dicendo certe parole; le quali non furono appena fornite di dire, che scaturí un palazzo il piú bello ed il piú superbo che si vedesse giamai. Fattosi Ferrandino Re la mattina per tempo alla finestra, vide il ricco e maraviglioso palazzo; e tutto attonito e stupefatto rimase. E chiamata la moglie e la matrigna, lo vennero a vedere. Ma ad esse molto dispiacque, perciò che dubitavano che alcuna cosa sinistra non le avenisse. Stando Ferrandino alla contemplazione del detto palazzo, ed avendolo d’ogni parte ben considerato, alzò gli occhi e vide per la finestra d’una camera due matrone, che di bellezza facevano invidia al sole. E tantosto che l’ebbe vedute, gli venne una rabbia al cuore; perciò che li parve una di loro la sembianza di Biancabella tenere. Ed addimandolle, chi fussero e donde