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194 notte quarta

scrigno grande che era nella sua camera, e dentro lo nascose. E maestro Raimondo, entrato in casa, fingendo di cercare certe sue cose, rivolse la camera sottosopra; e nulla trovando, nè in letto, nè nelle casse, come sbalordito, prese il fuoco; ed a tutti i quattro cantoni della camera lo pose con determinato animo di abbrusciare la camera e tutto ciò che in quella si conteneva. Giá i parieti e le travamenta cominciavano ardere, quando Genobbia, voltatasi contra il marito, disse: — Che vuol dir questo, marito mio? Siete forse voi diventato pazzo? Se pur voi volete abbrusciare la casa, brusciatela a vostro piacere: ma in fede mia non abbrusciarete quel scrigno dove sono le scritture che appartengono alla dote mia; — e fatti chiamare quattro valenti bastagi, gli fece traere di casa lo scrigno e ponerlo in casa della vicina vechiarella; e celatamente lo aprí, che niuno se n’avide, e ritornossene a casa. L’insensato maestro Raimondo stava pur a vedere se usciva fuori alcuno che non gli piacesse: ma nulla vedeva, se non l’insopportabile fumo ed ardente fuoco che la casa abbrusciava. Erano giá concorsi e vicini per estinguere il fuoco; e tanto si operorono, che finalmente lo spensero. Il giorno sequente Nerino, andando verso il prato dalla valle, in maestro Raimondo si abbattè; e salutatolo, disse: — Maestro mio, non vi ho io da raccontare una cosa che molto vi piacerá? — E che? — rispose maestro Raimondo. — Io, disse Nerino, ho fuggito il piú spaventevole pericolo che mai fuggisse uomo che porti vita. Andai a casa da quella gentil madonna; e dimorando con esso lei in piacevoli ragionamenti, sopragiunse il suo marito: il quale, dopo ch’ebbe rivoltata la casa sottosopra, accese il fuoco, e poselo in tutti i quattro cantoni della camera, ed abbrusciò ciò che era in camera. — E voi, — disse maestro Raimondo, dove eravate? — Io, — rispose Nerino, — era nascoso nel scrigno che ella fuori di casa mandò. — Il che maestro Raimondo intendendo, e conoscendo ciò che egli raccontava essere il vero, da dolore e passione si sentiva morire; ma pur non osava scoprirsi, perciò che desiderava di vederlo nel fatto. E dissegli: — Signor Nerino, vi