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86 notte ottava

mossero a pietà; ed ogni dí andavano alla stalla, ed il cavallo accarezzavano, facendogli mille vezzi. E tra le altre una volta lo presero per lo capestro, e lo menorono al fiume per dargli da bere. Giunto il cavallo al fiume, subito nell’acqua si lanciò; e trasformatosi nel pesce squallo, s’attuffò nell’onde. Le figliuole, veduto il strano ed inopinato caso, si smarrirono; e ritornate a casa si misero dirottamente a piagnere, battendosi il petto e squarciandosi e biondi capelli. Non stette molto che Lattanzio venne a casa; e gitosene alla stalla per dar delle busse al cavallo, quello non trovò. Ma acceso di subita ira, e andato su dove erano le figliuole, vidde quelle dirottamente piagnere; e senza addimandarle la causa delle lagrime loro, perciò che s’avedeva dell’error suo, disse: — Figliuole mie, senza timore dite presto quello è intravenuto del cavallo, che noi li provederemo. — Le figliuole, assecurate dal padre, puntalmente gli narrorno il tutto. Il padre, inteso il sopradetto caso, senza indugio si spogliò le sue vestimenta: e andato alla riva del fiume, nell’acqua si gettò: e trasformatosi in un tonno, perseguitò il squallo ovunque nuotava per divorarlo. Il squallo, avedutosi del mordace tuono e temendo che non lo inghiottisse, s’accostò alla sponda del fiume; e fattosi in un preciosissimo robino, uscí fuori dell’acqua, e chetamente saltò nel canestro d’una damigella della figliuola del re, la quale per suo diporto nel lito raccoglieva certe pietruzze: e tra queste si nascose.

Tornata la damigella a casa, e tratte fuori le pietruzze del canestro, Violante, unica figliuola del re, vidde l’anello: e preso, se lo pose in dito, e tennelo molto caro. Venuta la notte, e andatasene Violante a riposare, tenendo tuttavia l’anello in dito, l’anello si trasmutò in un vago giovanetto; il quale, messa la mano sopra il candido petto di Violante, trovò due popoline ritondette e sode. Ed ella, che ancora non s’era addormentata, si smarrí, e volse gridare. Ma il giovane, posta la mano sopra la bocca, di odor piena, non la lasciò gridare; e messosi in genocchione, le chiese mercè: pregandola che gli porgesse aiuto, perciò che non era ivi venuto per contaminare la sua casta mente, ma da necessità costretto; e raccontòle chi egli