Pagina:Straparola, Giovanni Francesco – Le piacevoli notti, Vol. II, 1927 – BEIC 1930632.djvu/93

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favola quinta 87

era, la causa perchè era venuto, e come e da chi era perseguitato. Violante, per le parole del giovane assicurata alquanto, e per la lampede, che era nella camera accesa, veggendolo leggiadro e riguardevole, si mosse a pietà; e disse: — Giovane, grande è stata l’arroganzia tua a venir là dove non eri chiamato, e maggiore a toccar quello che non ti conveneva. Ma poscia ch’io intesi le sciagure a pieno da te raccontate, io, ch’io non sono di marmo nè ho il cuore di diamante, mi accingo e preparo a darti ogni possibile ed onesto soccorso, pur che il mio onore illeso sia riserbato. — Il giovane prima le rese le debite grazie: indi, venuto il chiaro giorno, nell’anello si fece; ed ella il pose là dove erano le sue care cose: e spesse volte l’andava a visitare, e con lui, che si riduceva in forma umana, dolcemente ragionava.

Avenne che al re, padre di Violante, sopraggiunse una grave infermità: nè si trovava medico che ’l potesse guarire, ma tutti dicevano l’infermità incurabile: e di dí in dí il re peggiorava. Il che venne all’orecchie di Lattanzio; il quale, vestitosi da medico, andò al palazzo regale: ed entrato in camera del re, l’addimandò della sua infermità: poscia, guardatolo ben nella faccia, e tóccogli il polso, disse: — Sacra corona, l’infermità è grande e pericolosa: ma state di buon animo, che presto vi risanarete. Io ho una virtú, che vuol ben esser infermità gravissima, che non la curi in brevissimo tempo. State adunque di buona voglia, e non vi sgomentate. — Disse il Re: — Maestro mio, se voi curarete questa infermità, io vi guidardonerò di tal sorte, che per tutto il tempo della vita vostra contento vi troverete. — Il medico disse che non voleva stato nè danari, ma una sola grazia. Il re promise conciedergli ogni cosa che convenevole fosse. Disse il medico: — Sacra corona, altro da voi non voglio, se non un robino legato in oro, che ora si trova in balía della figliuola vostra. — Il re, intesa la picciola domanda, disse: — Se altro da me non volete, state sicuro che la grazia vi sarà concessa. — Il medico, diligente alla cura del re, tanto operò, che in dieci giorni dalla gravosa infermità fu liberato. Risanato il re e restituito alla pristina