Pagina:Straparola - Le piacevoli notti I.djvu/294

Da Wikisource.

— 262 —

sione del cuor suo scoprire. Onde il giovane isconosciuto, vedendolo contra il consueto suo si malinconoso stare, dolcemente gli addimandò, qual era la cagione che sì mesto ed addolorato il vedeva. Ed egli, per lo fratellevole amore, che gli portava, non potendogli negare l’onesta e giusta dimanda, li raccontò ordinatamente ciò che gli era avenuto. Il che intendendo, l’incognito giovane disse: Sta di buon animo, nè dubitar punto; perciò che io t’insegnerò tal strada, che tu non perirai: anzi tu sarai vincitore, ed il Re conseguirà il desiderio suo. Ritorna adunque al Re, e dilli che tu vuoi che ’l ti dia un valente maestro che ferra cavalli; ed ordinagli quattro ferri da cavallo, i quali siano grossi, e d’ogni intorno maggiori de gli ferri communi duo gran dita, e ben crestati, e che abbino duo ramponi lunghi un gran dito da dietro, acuti e pungenti. Ed avuti, li farai mettere ai piedi del mio cavallo, che è fatato; e non dubitare di cosa alcuna. Ritornato Guerrino al Re, gli disse ciò che’l giovane gli aveva imposto. Il Re, fatto venire un ottimo maestro da cavalli, gli ordinò che tanto facesse, quanto da Guerrino gli fia comandato. Andatosi il maestro alla sua stanza, Guerrino seco se n’andò, e gli ordinò nel modo antedetto i quattro ferri da cavallo. Il che intendendo, il maestro non gli volse fare; ma, sprezzatolo, trattollo da pazzo, perciò che gli pareva una cosa nuova e non più udita. Guerrino, vedendo che il maestro lo deleggiava e non gli voleva ubidire, se ne andò al Re, e lamentossi del maestro che servire non l’aveva voluto. Laonde il Re, fattolo chiamare, strettamente gli ordinò, con pena della disgrazia sua, o che facesse ciò che gli era sta imposto, o che egli andasse a far la impresa che Guerrino far doveva. Il maestro, vedendo che’l comandamento del Re strin-