Pagina:Strocchi - Elogi e discorsi accademici.djvu/140

Da Wikisource.
     140

velia, spiriti vivaci poetici fanno mirabil il proemio, che qual vestibolo degno di bello edificio invita alla entrata lo spettatore. Chiaramente spiegati vi sono i sensi più reconditi, le allusioni a cose publiche, a domestiche consuetudini tuttavia osservate; nel che gli giovò avere la nativa regione comunemente con l’autore, del quale niuno dei nostrali ebbe più intrinseca famigliarità. Quanti sono lirici metri italiani ha tutti affrontati alle odi; nel che sembra, che a diletto, e a prova di suo saper di lingue, e di suo dominio della rima abbia talora provocate difficoltà, che ha vinte quanto lo consentono spiriti di poesia più atti ad essere imitati, che perfettamente renduti. Insigne filologo, poeta valoroso spiega dottrina singolare di lingua comica nel rendere in peso e misura quanto si contiene nelle epistole, e ne’ sermoni. Ogni amatore di questi ad un tempo ameni e gravi studi a lui debbe lode, e riconoscenza. Io, che fra questi mi tengo in numero de’ primi, se talvolta mi diparto dal parere di lui sia nelle lezioni, sia nelle interpretazioni, desidero e prego, che le mie note, o vogliam dire congetture, abbiano ad essere ricevute quali sono non altronde nate, che dall’affetto a studio, e ad esercizio comune, e dalla diligenza, che ho posta in leggere si eleganti e dotte scritture.

Ep. V del libro primo.
Si potes Archaicis conviva recumbere lectis.

Questo esordio invita a cena Torquato e si traduce: