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40 S. MOTTURA

giacchè il tipo P non servirebbe in questa questione, è ben definita, la sua semplice ispezione in un punto serve a risolvere il quesito. Se questo minerale non è bene distinto, bisogna osservare la legge dominante nella direzione dei cristalli, specialmente in quelli di calcare, e non arrestarsi all’esame di un punto o di una località, a meno che in questo punto la solata abbia una struttura chiara e facilmente riconoscibile.

In alcune solfare invece della solata a tre periodi, tipo Q, si trova una solata o rigata nella quale il calcare cristallino è sostituito dal solfato di stronziana. La direzione dominante nelle punte di questi cristalli è anche in questo caso verso il basso o verso il muro del minerale. Questa legge è tuttavia incomparabilmente più difficile a riconoscere nel solfato di stronziana che nel calcare, essendo molti i cristalli che prendono una direzione diversa. Non è spesso che dietro un esame accurato che si può risolvere il quesito.

Nel solfato di stronziana bisogna esaminare non tanto le punte dei cristalli che spesso sono poco visibili, quanto il senso in cui i cristalli convergono. Questi cristalli formano tanti piccoli gruppi: ciascun gruppo è costituito da molti piccoli prismi di solfato di stronziana, che partono da uno stesso punto e divergono ad un dipresso come i cristalli di mesotipo. Un gruppo isolato di questi cristalli di solfato di stronziana rassomiglia ad un cono la cui superficie laterale, sia scanalata secondo le sue generatrici, e le scanalature aumentino proporzionatamente di larghezza a partire dal vertice del cono fino alla base. Una sezione attraverso P asse di questo cono ce lo mostrerebbe come formato da varii cristalli che partono dal suo vertice come tanti raggi di una sfera.

Questi piccoli gruppi di solfato di stronziana sono attaccati od aderenti solo per il loro vertice al calcare od allo zolfo. La loro formazione cominciò dal vertice, ed i cristalli a misura che si allungarono si allargarono altresì. Allorquando uno straticello di solfato di stronziana si può staccare facilmente dall’altro materiale, la parte secondo la quale lo strato è attaccato al calcare od allo zolfo è generalmente rappresentata da tanti piccoli coni scanalati alti 3 ad 8 millimetri, larghi uno a due centimetri, ed è più facilmente riconoscibile questa parte dei cristalli che non la parte opposta dove essi presentano le loro punte. Se i cristalli di carbonato di calce che costituiscono lo straticello c nella solata, presentano quasi tutti le loro punte al muro del minerale (tipo Q), egli è perchè il carbonato di calce, nel separarsi dalla sua soluzione, tende per legge di chimica attrazione a portarsi sul calcare, il quale si trova alla parte superiore del vuoto esistente nella solata, come lo zolfo tende per la stessa legge a portarsi sullo zolfo sottostante.

H solfato di stronziana non ha più nè per il calcare, nè per lo zolfo questa attrazione speciale, ed in conseguenza le prime molecole che si separarono dalla soluzione, e che diventarono quindi l’embrione dei cristalli, il centro attrattivo delle molecole che si precipitarono posteriormente, possono essere aderenti od al calcare od allo zolfo. In regola generale, essi si portano a preferenza sul calcare, e quindi i cristalli di solfato di stronziana in massima parte rivolgono le loro punte verso il basso, restando il vertice dei coni, dal quale essi partono, aderente al calcare superiore. In alcuni casi il solfato di stronziana forma nella solata, non uno, ma due strate-