Pagina:Sulla reciproca influenza della libertà politica e dell'industria mecanica dei popoli.djvu/4

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274 della libertà politica

cilmente si manterrà quando siasi acquistata. Conciossiachè, siccome l’estrema povertà produce avvilimento ed ignoranza, la quale si sobbarca senza resistenza alla tirannide, così il ben essere sociale, sparso dall’industria, rialza il sentimento dell’umana dignità, agevola e moltiplica la communicazione delle idee, e con ciò i mezzi di scuotere con isforzo commune un giogo communemente aborrito.

A vie meglio accertarci qual sia l’influenza della libertà sopra l’industria, e di questa su quella, facciamoci a passare rapidamente in rassegna i principali stadj delle arti mecaniche dall’aurora dell’incivilimento sino ai nostri giorni.

Le più fondamentali, e perciò più importanti, di tutte le umane invenzioni si perdono nella notte dei secoli anteriori alla storia. Chi fu l’inventore del fuoco? Chi inventò l’arte di lavorar i metalli? Chi ha inventato la sega, la lima, la pialla, il mantice, le tenaglie? Chi lui scoperto l’arte di far il pane? Chi quella di far i mattoni, i vasi? Chi ha inventato i carri con le ruote? Oggidì queste cose sono tanto communi, e poi comparativamente così semplici, che molti si imaginano che debbano essersi trovate quasi per caso. Ma non è così. Richiedevasi genio inventivo per ciascuna di queste cose: e colui che ha dotato la società anche di una sola di esse, ha conferito un inestimabile benefizio alla umana generazione. Nondimeno i veri nomi di questi grandi benefattori della nostra specie sono profondati nell’oceano dell’oblio, o sono ravvolti nella nubilosa incertezza della tradizione e della favola.

La Genesi, augusto deposito delle antichissime tradizioni umane, fa inventore della metallurgia Tubalcaino, settimo discendente di Adamo. La greca mitologia attribuisce tal onore ad Efesto, il cui nome italico è Vulcano. Può darsi che la somiglianza dei due nomi Tubalcaino e Vulcano, di cui l’uno sembra confondersi presso poco con l’altro, accresciuto o scemato di un suffisso, non sia una coincidenza casuale, ma accenni ad un solo personaggio reale, che abbia scoperto, od almeno perfezionato l’arte di lavorar il ferro od il rame. Ma chi può fidarsi di un sì debole filo di argomentazione? I Greci attribuivano la cultivazione del frumento a Cerere, e quella del vino a Bacco; la Genesi attribuisce quest’ultima a Noè; e li Egiziani, più dotti degli Ebrei e più autorevoli dei Greci, attribuivano l’una e l’altra al primo loro re, Osiride. L’invenzione di quel semplicissimo istrumento, il fuso da filare, fu attribuita dagli