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Dalla precedente digressione parmi risultare che i lavori di drenaggio e di consolidamento delle frane offrono ancora problemi importanti a risolvere e che non conviene trattandosi di frane potentissime e ricche di elementi salini, come quella di Castellaccio sulla linea di Vallelunga, fare troppo a fidanza coi lavori di consolidamento.


Continuazione del paragone tra la linea delle Imere e la linea di Vallelunga.


Ritorno ora al parallelo delle linee Due Imere e Vallelunga.

Sulla linea delle due Imere occorrono ponti più grandi che sull’altra linea. Il più importante fra essi sarebbe quello presso Bonfornello sull'Imera settentrionale.

Pare tuttavia che si possa utilizzare il ponte già esistente allargandolo con archi in ferro, potendosi, oltrepassato il ponte, con una curva di 400 metri su terreno alluviale entrare comodamente nella valle. Gli altri ponti principali sono tutti sull’Imera meridionale.

Devesi osservare tuttavia, che il fiume suddetto superiormente al ponte tra Santa Caterina e Villarosa si biforca in due rami d’importanza poco diversa, denominati l’uno fiume di Gangi, l’altro fiume di Petralia, e che i ponti, dovendo servire al passaggio dell’acqua del solo ramo di Petralia, non hanno più bisogno, a parità di configurazione di terreno, di luci grandi come i ponti che servono a valicare i due rami insieme uniti.

Sulla linea di Vallelunga i ponti abbenchè meno grandi sono tuttavia in numero assai maggiore ed è probabile che la loro lunghezza complessiva non sia molto diversa sulle due linee tanto più se alcuni dei tagli proposti saranno sostituiti con ponti.

Su quella di Villalunga le loro fondazioni si possono fare in molte località nelle argille impermeabili alle acque e quindi senza avere bisogno di ricorrere a spese notevoli di esaurimento.

Anche sulla linea delle Imere la circostanza suddetta si verifica, se non in tutti i casi almeno nella loro massima parte, principalmente se si ha cura di collocarli possibilmente in condizioni convenienti e di eseguire le fondazioni in tempo opportuno, come dimostrò l’esperienza nell’esecuzione del ponte per la ferrovia presso la stazione dell’Imera.


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