Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/308

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studiare il tuo lavoro. Tu saprai affiggerlo senza danneggiarlo.»

Nei dieci minuti nei quali attesi Alfio fui molto agitato. Mi pareva di aver compiuta una grande cosa, importante per me, per lui, per la famiglia. E pensai anche che mio padre non avrebbe saputo fare altrettanto. Eppure fra me e lui non c’era stata la grande guerra! Macché guerra! Era questione solo d’intelligenza per saper raggiungere l’altra generazione.

Ma della guerra mi ricordai quando vidi il dipinto un quadratino di carta. Lo guardai oltre le spalle di Alfio ch’era intento ad inchiodarlo sulla parete. «Grazie, grazie tante» dissi. Egli stette a guardarlo per un istante, ammirando. Ed io imitai il suo atteggiamento. Poi egli se ne andò col suo passo molle.

Ritornato al dipinto, pensai: “M’ha truffato. Mi diede il peggiore dei suoi lavori”. Non è mica un brutto sentimento quello di scoprire nel proprio figliuolo un abile commerciante. Mi rassegnai.

Dapprima fu una cosa spiacevole avere dinanzi agli occhi quello sgorbio. Prima di averlo veduto avevo pregato Alfio di appenderlo in modo ch’io potessi scorgerlo quand’ero seduto al mio tavolo. In questo Alfio fu abilissimo. Non soltanto lo vedevo quando ero seduto, ma anche quando mi sedevo per leggere con la lampada dietro alla schiena ed anche quando mi sdraiavo sul sofà per riposare se non m’adattavo a posare sul fianco sinistro — ciò che non sopporto come non lo sopportava mio padre — e mettere il naso contro il muro. Ma anche allora sentivo la presenza del mostricciatolo in camera.

Davanti a quel dipinto arrivai alla convinzione che nella nostra famiglia (composta da me, mio padre e mio figlio) io ero proprio un’eccezione per il mio equilibrio assennato.

Il quadro non si poteva rimovere senza correre il pericolo di disgustare di nuovo Alfio. Venne la cornice e il quadro rimase al suo posto per quanto io avessi timidamente proposto di spostarlo per farlo fruire di una luce migliore. Alfio, con aria di competenza, dichiarò che apparteneva proprio a quel