Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/320

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Alfio disprezzava tanto l’opinione di Valentino che non rispose. Ma Antonia spiacente del secondo intervento del marito dopo che il primo era finito tanto male tentò di avvisarlo del pericolo tirandogli la manica. Valentino, poco accorto, si drizzò la giubba esaminando con curiosità perché si tendesse. E Alfio dopo una piccola esitazione disse alla sorella: «Ma lascialo parlare. Che vuoi che mi faccia?».

Una nuova offesa cui s’aggiunse presto un’altra gravissima. Orazio, dopo pranzato, volle vedere il dipinto. Alfio dichiarò che non voleva assistere a tale esame e s’avviò alla sua stanza. Ma poi non seppe sottrarsi allo strazio e quando Orazio dinanzi a quelle cose si mise a ridere tenendosi la pancia che non aveva, Alfio apparve alla porta del mio studio, s’appoggiò allo stipite della porta e stette a guardare intento, ben lontano dal riso, ma domatosi tanto che non parve soffrisse. «Delle case a cavallo» disse Orazio e infatti scoperse sotto ad una di quelle case qualche cosa che somigliava al ceffo di un cavallo.

Ma io sentii che da quel giorno le mie relazioni con Alfio furono peggiorate. Io feci di tutto per migliorarle, soltanto non seppi dirgli che la sua pittura mi piacesse. M’aveva dato della bestia, sia pure solo in pittura. Non potevo mica dirgli: Sí, io sono una bestia sia pure solo in pittura. Gli feci la corte, gli diedi del denaro, lo accarezzai, innumerevoli volte lo baciai sulla guancia mentre egli baciava l’aria. Non serví a nulla perché mai piú osai di parlargli della pittura. «Hai dipinto bene?» un giorno gli domandai avendolo incontrato con la sua cassetta e la sua mappa che ritornava a casa. «Faccio quello che posso» e corse via. Aveva proprio paura gli domandassi di vedere qualche cosa dei suoi lavori.

Mi parve duro a sopportare il suo contegno. Tutte le teorie ch’io avevo tratte dai miei rapporti con mio padre qui non servivano piú perché io, con mio padre, m’ero comportato tutt’altrimenti. Tuttavia continuai ad essere dolce, cortese. A tavola quando c’era una discussione io ero sempre dalla parte di Alfio. Quando mi domandava del denaro gliene davo senza batter ciglio. Gli dicevo solo delle parole dolci.