Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/363

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dalla stessa storia della medicina, i vecchi si trovavano tutti nell’errore. Il Raulli restò senza parole e rispose, a bassa voce sapendo di aver torto: «Questo si poteva dire fino a mezzo secolo fa, ma non ora, eh, giovinotto».

E adesso qualcuno mi vada a scoprire somiglianze con Guido in Carlo. Guido ch’era petulante finché poteva aggredire, ma che perdeva la parola non appena sentiva sul proprio corpo la pressione dell’aggressore.

Certo tutto questo istinto di buon affarista di quel magnifico medico, ed era quella la qualità che in lui piú mi seduceva, poteva venire dal nonno Giovanni Malfenti. Ma prima di tutto io so che in mio suocero l’istinto degli affari si sviluppò tardi, anzi insieme alla sua grossa pancia. Ma poi come sarebbero pervenute al fine Carlo delle qualità di quel grosso e grezzo uomo ignorante, qualità ch’io m’ero abituato a considerare proprio connaturate a quel suo adipe, alla meditazione che naturalmente in lui si faceva sedata e tranquilla?

Carlo era vivo e un po’ nervoso ciò che aumentava la sua vivacità. Si sentiva se ti era seduto accanto, una vera, una grande compagnia. Non stava mai fermo e batteva spesso e rapidamente col tacco il pavimento: «Trillo del tacco» egli diceva sorridendo rassegnato. Fuma molto ma molto volentieri e sempre delle sigarette squisite. Alfio fuma anche lui ma rabbiosamente il suo puzzolente sigaro toscano. Neppure nel fumo non ha ereditato nulla da me.


Tale mia affezione a Carlo si spiega un po’ con la solitudine in cui ero lasciato dai miei figliuoli. Lo prova il fatto che Augusta tanto piú bisognosa di affetti di me cercò dapprima il suo Carlo fra le bestie e, non bastandole, si associò a Renata che oramai è la sua compagna inseparabile.

Renata entrò in casa di Antonietta quattr’anni or sono per sostituire la vecchia nutrice di Umbertino ritiratasi nel suo villaggio. Venne da noi quando Antonietta da noi si trasferí e passò al servizio di Augusta quando Umbertino di lei non ebbe piú bisogno perché cominciò ad andare a scuola. Renata