Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/372

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suo battito ad irrorare le vene, ad allontanare i detriti dall’organismo, a nutrire sopratutto i polmoni. Io che avevo già provato l’orrenda insonnia, l’agitazione enorme di chi anela alla pace e proprio perciò la smarrisce, giacevo là inerte ad attendere pacifico il calore e il sonno che arrivava lungo, una vera parentesi nella vita affaticante. Il sonno dopo la lauta colazione è tutt’altra cosa: Allora il cuore provvede alla sola digestione ed è esonerato da qualunque altra cura.

Si provò cosí prima di tutto ch’io ero meglio adatto ad astenermi che a moderarmi. Era piú facile non cenare affatto che limitare il cibo a colazione e di mattina. Qui non c’erano oramai altre limitazioni. Due volte al giorno potevo mangiare quanto volevo. Ciò non nuoceva perché poi seguivano 18 ore di autofagia. In un primo tempo la colazione di pasta asciutta e legumi era completata da alcune uova. Poi abolii anche queste non per volere del Raulli o di Carlo ma in seguito ai consigli assennati di un filosofo, Erberto Spencer, il quale scoperse una certa legge per cui gli organi che — per sovranutrizione – si sviluppano troppo rapidamente, sono meno forti di quelli che impiegano maggior tempo a crescere. Si trattava di bambini, naturalmente, ma io sono convinto che il ricambio sia anch’esso uno sviluppo e che anche un bambino di settant’anni fa bene di affamare i suoi organi piuttosto che sovranutrirli. Poi Carlo fu molto d’accordo col mio teorema anzi talvolta vorrebbe far credere di averlo inventato lui.

In questo sforzo di rinunziare alla cena mi fu di grande utilità il fumo col quale, per la prima volta in mia vita, mi riconciliai anche in teoria. Il fumatore sa digiunare meglio degli altri. Una buona fumata addormenta qualunque appetito. È proprio al fumo che io credo di dovere di aver saputo ridurre il peso del mio corpo a ottanta chilogrammi netti. Una grande tranquillità quella di fumare era per misura igienica. Si fuma un poco di piú a coscienza perfettamente tranquilla. In fondo la salute è uno stato veramente miracoloso. Raggiunto da una collaborazione di varii organi le cui funzioni conosciamo ma mai interamente (come lo ammette per-