Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/389

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pallida qualche segno che smentisse tanto duro egoismo, tanto freddo calcolo. Non ne vidi la faccia. Essa era tutt’intenta a cacciare la chiave nella toppa per chiudere il quartierino che doveva restar vuoto per qualche ora. Io ancora una volta dissi: «Uff», ma non piú tanto ad alta voce da essere sentito da lei. Lo dicevo a tutto il mondo, alla società, alle nostre istituzioni e a madre natura che avevano tutti permesso ch’io mi trovassi su quella scala e in quella posizione.

Fu il mio ultimo amore. Adesso che tutta l’avventura è andata a ordinarsi nella regola del passato, non lo ritengo piú tanto indegno, perché Felicita con quei suoi capelli biondi, la faccia pallida, il nasino affilato, gli occhi misteriosi, la parola parca che non spesso rivelava quanto freddo fosse quel suo cuore, può essere rimpianta. Ma, dopo di lei, non ci fu posto ad altri amori. Essa m’aveva educato. Io, fino ad allora, quando il caso mi permetteva di soggiornare per oltre dieci minuti presso una donna, sentivo sorgermi dal cuore speranza e desiderio. Certamente avevo il desiderio di celare l’uno e l’altra ma ancora piú forte c’era quello di aumentarli per sentire meglio la vita e la mia appartenenza ad essa. Per aumentarli non c’era altro modo che di vestirli di parole e rivelarli. Chissà quante volte si sarà riso di me? Alla carriera di vegliardo cui sono ora condannato, io fui educato da Felicita. Io appena ora so che in amore io non valgo altro che per quello che pago.

E la mia bruttezza m’è sempre presente. È di questa mattina che destandomi studiai in quale posizione avessi trovata la mia bocca al momento in cui apersi gli occhi. La mandibola inferiore pendeva da quella parte su cui ero giaciuto e sentii fuori di posto anche la lingua inerte e gonfia.

Pensai subito a Felicita cui tanto spesso penso con desiderio ed odio. In quel momento mormorai: «Ha ragione».

«Chi ha ragione?» domandò Augusta che stava vestendosi.

Ed io risposi subito: «Ha ragione un certo Misceli in cui m’imbattei ieri e che mi disse che non si capisce perché si nasca, si viva e si divenga vecchi».

Cosí le avevo detto proprio tutto senza compromettermi affatto.