Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/90

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Come passarono il signor Aghios disse i nomi dei palazzi che conosceva. Piú volte fu corretto da Bortolo, che dall’alto seguiva la conversazione come se fosse stato seduto in gondola. Il mezzo piú lento di locomozione di questo mondo è la gondola a un remo, perché una parte della forza del gondoliere va spesa nell’arresto e si procedeva lentissimi, non piú presto che in un museo.

Al signor Aghios non importò affatto di dover apparire — causa le correzioni del barcaiolo — meno dotto. Egli aveva nel suo animo altre ricchezze di cui non gl’importava di parlare. Nel silenzio del Canalazzo s’imprimeva indelebile nel suo animo quella notte oscura, ma dalla luce ancora sufficiente per vedere le tante cose che brillavano. E fra tutte brillava anche quella barca della benevolenza con Bortolo, giovanile e sicuro, infitto perpendicolare a poppa e quel giovanotto accanto a lui, cui egli aveva saputo procurare una mezz’ora di svago dal suo grande dolore. Non di piú, perché poco prima il Bacis aveva emesso un sospiro che somigliava ad un singhiozzo. L’Aghios aveva trasalito a quel suono di dolore. Rimase un momento incerto se doveva usare una parola di conforto, ma poi preferí di tacere. Non bisognava intrudere.

Ora il Bacis s’era abbandonato nella gondola come poco prima nell’angolo del vagone ferroviario. E per lungo tempo tacque. Sorprese e commosse il signor Aghios con una perorazione che doveva aver pensato per lungo tempo: «Certo io non sono la compagnia che lei, signore, meriterebbe. È questa la giornata piú triste della mia vita e non dimenticherò mai piú ch’ella, con la sua bontà, volle rendermela piú sopportabile. Se lei non fosse intervenuto io m’aggirerei adesso attorno a quella triste, tristissima stazione».

«Eh! No la xe tanto trista quela stazion!» intervenne Bortolo di buon umore. «Basta saverse orizontar! Da rente ghe xe un boteghin de vin de quelo...» e staccò dal remo la destra per portarsela alla bocca e stamparvi un bacio.

Il giovanotto non rispose. Anche il signor Aghios tacque,