Pagina:Svevo - La novella del buon vecchio e della bella fanciulla ed altri scritti, 1929.djvu/138

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gigantesco che pesa oltre cento chilogrammi, con la sua voce stentorea si mise a narrare certe storielle sulla propria furberia e l’altrui dabbenaggine negli affari, io ritrovai nel mio cuore l’antico altruismo. — Che cosa farai tu — gli gridai — quando la lotta fra gli uomini non sarà più lotta per il denaro?

Per un istante Giovanni restò intontito alla mia frase densa, che capitava improvvisa a sconvolgere il suo mondo. Mi guardò fisso con gli occhi ingranditi dagli occhiali. Cercava nella mia faccia delle spiegazioni per orientarsi. Poi, mentre tutti lo guardavano, sperando di poter ridere per una di quelle sue risposte di materialone ignorante e intelligente, dallo spirito ingenuo e malizioso, che sorprende sempre ad onta sia stato usato ancor prima che da Sancho Panza, egli guadagnò del tempo dicendo che a tutti il vino alterava la visione del presente, e a me invece confondeva il futuro. Era qualche cosa, ma poi credette di aver trovato di meglio e urlò: — Quando nessuno lotterà più per il denaro, lo avrò io senza lotta, tutto, tutto. — Si rise molto specialmente per un gesto ripetuto dei suoi braccioni, che dap-