Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 2.djvu/216

Da Wikisource.

lo quietavano con dargli da sfogar sua

libidine. Così giunsero all' Alpi.

LXVIL Più preda e sangue fe' Cecina ; avendo provocato quell' animo travagliante gli Elvezi, gente gallica, già per armi e uomini, poi per le storie chiara; i quali non sapevan che fusse morto Galba; e non volevano ubbidire a Vitellio. Principio al combatter diede l'avarizia e la fretta della legion ventunesima che rubò certe paghe che gli Llvezi mandavano alle guardie d'una loro Fortezza. Di che sdegnati, ritennero un Centurione con alcuni soldati; intercette le lettere del germanico esercito alle legioni di Pannonia. Cecina bramoso di guerra, non dava lor tempo di pentirsi per gastigarli. Subito "mosse il campo ; diede il guasto al contado : saccheggiò quel luogo, per lunga pace fatto come una città , ameno e frequentato per salutiferi bagni. Mandò a dire alli aiuti retini , che dessero alle spalle agli Elvezi rivoltati contro alla legione.

LXVIII. Essi innanzi al pericolo feroci, in su 'l fatto codardi, se ben fecero nel principio lor Capo Claudio Severo, non conoscevano armi, nè ordini . nè eran d' accordo. Combattendo con pratichissimi, andavano al macello; pericoloso era l'assedio dentro a mura vecchie scassinate; di qua era Cecina con forte esercito, di là i Reti, fanti e cavalli, armigera e ben' istruita gioventù : sacco e sangue per tutto : onde essi così rinchiusi y confusi e parte feriti, fuggirono , gittate giù l'armi, al monte Vocezio. Cacciq,mcli una coorte di Traci mandatavi : Germani e Reti tenner lor dietro; e per le selve e tane ne tagliarono a pezzi molte migliaia, e molte vendero alla tromba: e ogni cosa spogliato, tirando alla; volta di Aveutico,