Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 2.djvu/274

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e sollecitò Vergi aiov Ma Vitellio trovò altre cagioni da vantaggio ; lo ringraziaro, come usa chi serve.

LXXII. Una falsa novella, da principio caldissima, durò pochi giorni. Uno si diceva essere Scriboniano Camerino, nascostosi per paura ne’ tempi di Nerone; in Istria, dove ancora erano creature, beni e favore del nome antico de’Crassi. Costui prese per istrioni di questa favola schiume di ribaldi. Azzuffavasi per seguitarlo il popolo corribo, e qualche soldato ingannato del vero. o vago di novità. Fu preso e menato a Vitellio, e domandato chi fosse , e veduto che ei s’ avvolpacchiava , anzi uno lo riconobbe per suo schiavo fuggito, per nome Geta , fu giustiziato da schiavo.

LXXIII. Le spie di Vitellio in Sorìa e GiuJea gli riferirono che l’Oriente gli avea giurato fedeltà : non. si può credere, quanto ei ne divenne superbo e tracotato ; perchè tra ’l popolo , se bene senza certezza, si bociava di Vespasiano ; e Vitellio a quel nome tutto si riscoteva. Ora che egli e l"esercito si videro senza competitore , la dieder pe ’l mezzo a uso de\ Barbari , ad ogni crudeltà , libidine e rapina.

LXXIV. Ma Vespasiano andava considerando la guerra , 1 ’ armi, le forze vicine e lontane. I soldati gli erano tanto infervorati, che udiron dettare il giuramento e pregar felicità a Vitellio, tutti mutoli. Muciano inclinava a Vespasiano, ma più a Tito: Alessandro, che reggeva l’Egitto, era seco d’accordo, la legion terza contava per sua, poichè di Sorìa era passata in Mesia: il medesimo sperava di quelle di Jlliria ; accendi ndo a tutti gli eserciti collera l’ arroganza de’ soldati che venivano da Vitellio, i quali <!'