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Poichè è nei tubi che avviene per la massima parte il processo della trasformazione dell’acqua in vapore, è giusto paragonare questa parte delle macchina alle viscere dell’animale.

Per chi conosce già le altre macchine a vapore diremo che la forma speciale della caldaia della locomotiva ha lo scopo di permettere la produzione rapida di una grande quantità di vapore; anzi fu quando alla locomotiva venne applicato questo tipo di caldaia che si rese possibile raggiungere elevate velocità di marcia. L’invenzione della caldaia tubulare si attribuisce al francese Seguin, dal quale l’avrebbe imitata lo Stephenson, applicandola per la prima volta alla sua macchina “Razzo„ che, come abbiam detto, è il vero prototipo della locomotiva moderna. Altra specialità della locomotiva, rispetto alle macchine a vapore fisse, è l’impiego del vapore di scarico per il richiamo dell’aria destinata alla combustione, richiamo che nelle altre caldaie è ottenuto per mezzo del camino. Non potendosi sulla locomotiva porre un alto fumaiuolo, si supplisce col getto del vapore. Per quanto modesta sia questa trovata, è da considerarsi anch’essa essenziale e caratteristica, giacchè diversamente non si avrebbe la rapida combustione che è necessaria per ottenere la grande produzione di vapore.

È nozione comune che il vapore, quando è prodotto in un recipiente chiuso, tende ad espandersi, assumendo una forza così grande che farebbe scoppiare il recipiente, se questo non avesse la necessaria robustezza. La macchina a vapore è appunto basata sul principio della utilizzazione di detta forza entro cilindri nei quali si fanno scorrere degli stantuffi, ottenendo così un movimento di va e vieni, che poi si trasforma in movimento circolare.

Occorre un po’ di attenzione per comprendere come il vapore funziona nei cilindri, e dico cilindri perchè ogni macchina ne ha almeno due, come ogni animale ha due polmoni, e noi abbiamo paragonato