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la sua vita in mezzo alle donne e alle carte; e non ha un’oncia di cuore, non crediate di poterlo correggere. Ve lo confesserò, io sono stata una sua amante; l’aveva lasciato già da un pezzo, allorché la settimana scorsa mi fece un sonetto pel mio giorno onomastico, e con ciò tornò a metter piede in mia casa. Fu lui stesso che mi parlò di voi; e in che modo! Se lo aveste sentito! mi fece nascere la curiosità di conoscervi, e ho tanto insistito, che mi ha accontentato. Povera creatura! mi avete fatto compassione: ho detto tra me stessa: «Le dirò tutto», e vi ho scritto di venire. Tornate a casa vostra, credete a me; quell’uomo vi farà morire; non siete voi quella che possa resistergli; colla vostra salute, col vostro carattere... Io ne ho riso, io non sono donna da lasciarmi malmenare così, ma voi! Ho voluto dirvi tutte queste cose. Ho fatto una buona azione e mi sono vendicata, sono contenta.

«Nel tornare a casa lo trovai che scendeva le scale.

« — D’onde venite? mi chiese egli con asprezza.

« — Da vostra cugina, risposi io; ella mi aveva mandato a chiamare per raccontarmi tutto ciò che sa di voi e per darmi alcuni consigli in proposito.

« — Va bene! diss’egli aggrottando le ciglia, lo aveva preveduto. Che sciocca!

« — Non avete a dir nulla a vostra giustificazione?

« — Nulla. Immagino che ella vi avrà detto la verità. Venite nella mia stanza, e ne parleremo.

« — Voi sapete dunque tutto; diss’egli; non me ne dispiace; quella donna, a pensarci bene, mi ha reso un servizio. Sarò sincero con voi. Mi doleva d’ingannarvi più oltre. Se un uomo che vende la sua bellezza, come la vendete voi tutte, è un cattivo soggetto, io ne sono uno pessimo... Ma ciò non ha a che fare; è questione di apprezzamento. Fra me e voi è corso un contratto. Voi