Pagina:Tarchetti - Paolina, 1875.djvu/25

Da Wikisource.

paolina. 25



Verso le undici ore di quella sera medesima, Paolina vegliava ancora nella sua camera lavorando di ricamo; e dal sostare improvviso al minimo rumore, dal volgere continuamente gli occhi alla porta, e dal trasalire ad ogni passo che si udisse per le scale, pareva che attendesse l’arrivo di qualche persona aspettata con molta impazienza.

Una tersa lampada di latta gialla dorata rifletteva la sua luce su quella testa gentile curvata leggermente sul telaio, le si sarebbe detto che tutti i raggi della fiamma si riunissero su quelle treccie copiose e biondissime, ondate come il mare, quasi per una misteriosa attrazione.

Essa era una di quelle bellezze che si vagheggiano a quindici anni, che si sognano lungo tempo nella vita, finchè non si è disperato di rinvenirle, che una volta incontrate da un uomo sensibile, debbono assolutamente decidere di tutto il suo destino.

Il suo viso era un ovale inimitabile; l’epidermide, d’una bianchezza e d’una trasparenza abbagliante, lasciava quasi scorgere in alcuni punti la ramificazione azzurra delle vene; una tinta di rose leggiera e incarnata attestava il vigore della gioventù e della salute: un naso greco affilato, una