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gli spiragli delle finestre, gittavano una luce fantastica attraverso quei veli, e nelle altre camere, dove ardeva ancora qualche lucignolo, con una luce azzurra e guizzante ad intervalli, come avviene nell’aliare d’una lucciola. — Non un accento; non un’eco di quell’armonia bizzarra della notte: solo il respiro agitato o tranquillo di chi dorme, e qua e là, sporgente da quel letto di rose, una treccia bionda disciolta, un braccio nudo giacente con un abbandono più profondo del sonno, un piccolo piede calzato di raso bianco, o qualche candido seno di donna rilevantesi come due bocciuoli di magnolia in un cespo di rododendri fioriti.

Ma mentre qui incomincia il riposo, ed il sonno vi scuote tutta la polvere de’ suoi papaveri, in una soffitta della via di S. Eustorgio si riprendeva la scena della vita e del lavoro.



Sei ore e mezzo! diceva Luigi rimettendo nel taschino il suo grand’orologio d’argento; mi sono alzato assai tardi stamane; e aprendo delicatamente una cortina di grossa tela dipinta che formava una divisione tra un’estremità e l’altra della soffitta: come state oggi, Marianna?

— Non male, rispose l’interrogata dal suo lettuccio, toc-