Pagina:Tartufari - Il miracolo, Roma, Romagna, 1909.djvu/124

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— No - Vanna gli rispose, accarezzandogli la gota - il signor Frì scherza.

Nel richiudere la porta, il custode osservò che in quelle tombe si scorgeva l'influenza dell'arte greca e che esse risalivano tutto al più verso il quinto secolo avanti Cristo.

Ermanno tacque, ma uno strano rimescolìo gli avvenne dentro il cervello per quelle parole. Come? Avanti Cristo? Che il mondo esistesse avanti Cristo, Ermanno sapeva, giacchè gli avevano spiegato che il Signore mandò in terra il suo Figliuolo prediletto appunto per redimere gli uomini dall'eterno castigo; ma il bimbo non immaginava mai che avanti Cristo la gente mangiasse, i servi cucinassero, i suonatori dessero fiato ai loro strumenti, e sopratutto che i vitelli scuoiati stessero appesi agli uncini, proprio come nelle macellerie di Orvieto. Tale particolarità lo sconvolgeva, dandogli la impressione netta di una esistenza uguale alla sua, mentre egli, fino allora, sentendo dire «avanti Cristo », scorgeva subito il mondo, nella sua fantasia, simile a una cosa informe, priva di luce, priva di case, e gli uomini come strani esseri, brutti e mostruosi per il peccato originale.

Chiese di ciò con fare di mistero ed a bassa voce alla mamma, la quale, come lui semplice, gli rispose che forse questo accadeva perchè Gesù redentore, quando non era ancora disceso in terra, stava in cielo fin dalle origini del mondo, e dal cielo disponeva tutte le cose.