Pagina:Tartufari - Roveto ardente, Roma, Roux, 1905.djvu/134

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la parola esotica — della signora contessa. Camilla, che sarebbe la cameriera, avrà dimenticato di venire a ritirare la corrispondenza. — Poscia, spingendo il capo dentro la guardiola a vetri, disse con voce di misurato comando:

— Penelope, è arrivata la signorina della con tessa Vianello; accompagnala da sua madre.

Penelope uscì subito dallo stambugio e fissò i vividi occhi grifagni sul viso pallido della giovanetta, la quale risenti l'impressione immediata, come di due lame sottilissime e fredde che le si conficcassero nella fronte, quantunque Penelope le si mostrasse anche più ossequiosa del marito e quantunque nella bassa, ampia persona di lei non ci fosse assolutamente nulla di terribile; anzi il viso tondo e paffuto sarebbe riuscito addirit tura piacevole, senza il naso troppo adunco c senza l'espressione degli occhi troppo rapaci.

Flora, pure sentendosi divorata dall'impazienza, adattò il proprio passo al passo di Penelope, che saliva lentissimamente i larghi gradini di marmo, trascinando a fatica la pesante valigia.

— Se tutti gl'inquilini somigliassero alla si gnora contessa, creda pure che mio marito e io si farebbe i portieri per divertimento — diceva Penelope, cercando velare di dolcezza il lampo di quelle sue mobili pupille, sempre irrequiete. --- Da tre anni che la signora contessa abita in que sto palazzo non ci ha mai dato la più piccola seccatura. Nessun andirivieni per le scale, nes sun pettegolezzo, nessun susurro. I signori che vengono a trovarla sono tutte persone ragguar devoli, che scendono e salgono senza far rumore. L'onorevole Montefalco, per esempio, non si vede quando entra, non si vede quando esce, e con