Pagina:Tartufari - Roveto ardente, Roma, Roux, 1905.djvu/182

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corroso, si sgretolava, e in Adriana appariva l'av venturiera intelligente e fortunata, di cui l'origine era per tutti un mistero.

Ella, volendo, avrebbe potuto narrare di una infanzia trascorsa miserevolmente, in mezzo ai rigagnoli di. una via buia e fangosa, dove un piccolo caffè si popolava di avventori loschi nelle otarde ore della sera e dove ella sonnecchiava in un canto, finché, ai primi chiarori dell'alba, il negozio si vuotava tacitamente, e suo padre e sua madre si distendevano sui divani, annientati da un sonno di piombo. Ma Adriana non par lava mai de' suoi genitori, morti da un pezzo; dall'epoca remota, forse, in cui Adriana, a se dici anni, meravigliosa di bellezza, aveva comin ciato a studiare musica,, sotto la protezione di un signore, rubicondo e canuto, scomparso e obliato anche lui da gran tempo.

Penelope s'impostò davanti alla signora, ap poggiò le mani sui fianchi, dondolò ripetutamente le anche, poi disse con voce di trionfo:

— Ecco, signora contessa, mi pare di aver trovato la maniera per levarsi d'impiccio.

Adriana la fissò dubitosa. — Lei mi dia, in giornata, la metà della som ma e io litigo magari con mio marito, se quel testardo non è contento. Che ne pensa? Non è forse una bella idea? No, Adriana non trovava l'idea affatto di suo gusto, ma comprese che, volendo evitare secca ture enormi, bisognava accettarla, e promise sen z'altro di restituire, in giornata, mille lire, rega lando intanto a Penelope dieci lire per la man cia di Pasqua e promettendole un dolce per il pranzo deH'indomani. Penelope si commosse fino