Pagina:Tartufari - Roveto ardente, Roma, Roux, 1905.djvu/70

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— sei tu con le tue possidenze. Più v'azzuffate tra voi e più forte io batterò le mani.

Cosi parlava il dottor Giani, allontanandosi pel viottolo affocato; ma, in fondo al cuore, egli era assai felice che Germano amasse Flora e pen sasse a sposarla.

Sissignori, la terra è di tutti, le case appar tengono a tutti, la proprietà è un furto bello e buono, la ricchezza è una mostruosità, un vi gliacco insulto dei pochi contro i molti, e doveva finalmente arrivare il giorno, in cui, a ogni passo, si sarebbe posto il piede sopra un mucchio di dinamite. Allora i gaudenti avrebbero fatto in aria un'allegra danza e la gamba spezzata di un banchiere si sarebbe trovata a contatto col braccio spezzato di un generale e la testa, spiccata dal busto, di una duchessa,. avrebbe fatto il bocchino al mozzo capo di qualche damerino blasonato, e il sangue sarebbe grondato sulla terra a fecon dare sentimenti di universale fratellanza, e le mem bra, a lacerti, degli antichi padroni si sarebbero aggirate in ridda vorticosa fra il polverìo solle vato dalle macerie.

Ma nell'attesa di giorni così lieti non c'era, peral tro, niente di male che Flora diventasse ricca, sposando un imbecille danaroso.

Animato da tali benevoli pensieri il dottore arrivò alla farmacia di Novillara, dove cominciò a discutere rabbiosamente di politica col gruppo dei piccoli possidenti, sfaccendati per il giorno festivo!

Germano, intanto, rimasto immobile nel suo giaciglio di verdura, si andava tracciando tutto un piano di battaglia per riscattare dai creditori la casa bianca, e sorrideva tra sè, raffigurandosi