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124 IL TORRISMONDO

CAMERIERO

Ov’ella volle.

REGINA

E Torrismondo?

CAMERIERO

In quel medesmo loco:
Ov’egli volle.

GERMONDO

Altre percosse in prima
Hai sostenute di fortuna avversa:
Ora questi soffrir più gravi colpi,
Che già primi non sono, alfin convienti,
O mia saggia Regina, e saggia madre;
Chè s’altri figli avesti, or son tuo figlio:
Non mi sdegnar, benchè sia grave il danno.

REGINA

Ahi, ahi! dice: Avesti!… io non gli ho dunque?
Non respiran più dunque sera
I miei duo cari figli ?

GERMONDO

Ahi, che non caggia.
Deh, quinei Torrismondo, e quinci Alvida,
Quindi, lasso! amicizia, e quindi amore
Fanno degli occhi miei duo larghi fonti
D’amarissimo pianto, e ’l core albergo
D’infiniti sospiri. E in tanto affanno,
E fra tanti dolori ha sì gran parte
La pietà di costei! Misera vecchia!
E più misera madre! Oimè, quel giorno,
Ch’ella sperava più d’esser felice,
È fatta di miseria estremo esempio.
Io sarò suo conforto, e suo sostegno;
Io farò questo, lagrimando insieme,