Pagina:Tasso, Torquato - Il Re Torrismondo, Pisa, 1821.djvu/18

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14 ATTO PRIMO

ALVIDA

Siasi come a voi pare; a voi concedo
Questo assai facilmente. A me fia leve,
D’ogni piacer di lui far mio diletto.
Così potessi pur qualche favilla
Estinguer del mio foco, e della fiamma,
O piacer tanto a lui, ch’ad altro intende,
Ch’egli pur ne sentisse eguale ardore.
Lassa! ch’invan ciò bramo, e ’nvan l’attendo
Nè mi bisogna ancor pungente ferro,
Che nel letto divida i nostri amori,
E i soverchi diletti. Ei già mi sembra,
Schivo di me per disdegnoso gusto,
Perchè da quella notte a me dimostro
Non ha segno di sposo, o pur d’amante.
Madre, io pur vel dirò, benchè vergogna
Affreni la mia lingua, e risospinga
Le mie parole indietro; a lui sovente
Prendo la destra, e m’avvicino al fianco.
Ei trema, e tinge di pallore il volto,
Che sembra (onde mi turba, e mi sgomenta)
Pallidezza di morte, e non d’amore:
O ’n altra parte il volge, o ’l china a terra,
Turbato, e fosco; e se talor mi parla,
Parla in voci tremanti, e co’ sospiri
Le parole interrompe.

NUTRICE

O figlia, i segni
Narrate voi d’ardente intenso amore.
Tremare impallidir, timidi sguardi,
Timide voci, e sospirar parlando,
Scopron talora un desioso amante.
E se non mostra ancor le istesse voglie,