Pagina:Tasso, Torquato - Il Re Torrismondo, Pisa, 1821.djvu/31

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ATTO PRIMO 27

Mentre l’umide vesti altri rasciuga,
Ed altri accende le fumanti selve,
Con Alvida io restai dell’ampia tenda
Nella più interna parte. E già sorgea
La notte amica de’ furtivi amori:
Ed ella a me sì ristringea tremante
Ancor per la paura, e per l’affanno.
Questo quel punto fu, che sol mi vinse.
Allora amor, furore, impeto, e forza
Di piacere amoroso, al cieco furto
Sforzàr le membra, oltra l’usanza ingorde.
Ahi lasso! allor per impensata colpa
Ruppi la fede, e violai d’onore,
E d’amicizia le severe leggi.
Contaminato di novello oltraggio,
Traditor fatto di fedele amico,
Anzi nemico divenuto, amando,
Da indi in qua sona agitato, ahi lasso!
Da mille miei pensieri, anzi da mille
Vermi di penitenza io son trafitto:
Non sol roder mi sento il core, e l’alma:
Nè mai da’ miei furori o pace, o tregua
Ritrovar posso. O Furie, o dire, o mie
Debite pene, e de’ non giusti falli
Giuste vendicatrici, ove ch’io volga
Gli occhi, o giri la mente, e ’l mio pensiero,
L’atto, che ricoprì l’oscura notte,
Mi s’appresenta, e parmi in chiara luce
A tutti gli occhi de’ mortali esposto,
Ivi mi s’offre in spaventosa faccia
Il mio tradito amico; odo le accuse,
E le giuste querele, odo i lamenti,
L’amor suo, la costanza, ad uno ad uno