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36 IL TORRISMONDO

I faticosi abitator del mondo,
E tutti acqueta in sempiterno sonno.

CORO

O Sapienza, o del gran padre eterno
Eterna figlia, o Dea, di lui nascesti;
Anzi gli Dei celesti,
A cui nulla altra fu nel Ciel seconda,
E da’ stellanti chiostri al Lago Averno,
E dovunque Acheronte oscuro inonda,
O Stige atra circonda,
Nulla s’agguaglia al tuo valor superno.
O Dea possente, e gloriosa in guerra,
Ch’ami, ed orni la pace, e lei difendi,
Se qui mai voli, e scendi,
Fai beata l’algente e fredda terra;
Mentre l’imperio ancor vaneggia, ed erra
Fuor d’alta sede, e ’l tuo favor sospendi,
Non sdegnar questa parte,
Perchè nato vi sia l’orrido Marte.
E quando i suoi destrier percuote, e sferza,
Sovra l’adamantino, e duro smalto,
E porta fero assalto,
E fa vermigli i monti, e ’l gel sanguigno,
Tu rendi lui, come sovente ei scherza,
Più mansueto in fronte, e più benigno,
D’irato e di maligno.
Tu che sei prima, e non seconda, o terza,
Tu la Discordia pazza, e ’l Furor empio,
Tu lo Spavento, e tu l’Orror discaccia;
E si disgombri, e taccia
Ogni atto iniquo, ogni spietato esempio.
Tu, peregrina Diva, altari e tempio
Avrai pregata, ove ascoltar ti piaccia.