Pagina:Tasso, Torquato - Il Re Torrismondo, Pisa, 1821.djvu/61

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ATTO SECONDO 57

Degli abeti riluce, e stride, e scoppia,
Con lungo giro intorno a lui si volga;
Sicché l’estremo caggia in viva fiamma,
Rotta quella catena; e poi risorto,
Da’ compagni s’innalzi in alto seggio.
Altri là, dove il gel s’indura e stringe,
Condurrà suoi destrier quasi volanti.
Ed altri a prova sul nevoso ghiaccio
Spinga or domite fere, e già selvagge,
C’hanno sì langhe, e sì ramose corna,
E vincer ponno al corso i venti e l’aura.
Ed altri armato di lorica, e d’elmo
Percuoteransi, urtando, il petto e ’l dorso,
Di trapassar cercando il duro usbergo,
E penetrare il ferro, e romper l’aste.
Ed io (ch’è già vicino il Re Germondo
Alla Sedia real) li muovo incontra
Con mille, e mille Cavalieri adorni,
Vestiti al mio color purpureo e bianco,
Che già fra tutti gli altri a prova ho scelti.
L’altre diverse mie lucenti squadre
A cavallo, ed a piè frattanto accolga
Il mio buon Duce intorno all’alta reggia,
E i destrier di metallo, onde rimbomba
La fiamma nell’uscir d’ardente bocca
Con negro fumo, e’miei veloci carri:
E lungo spazio di campagna ingombri,
Sotto vittoriosa e grande insegna.

CORO

Non sono estinte ancor l’eccelse leggi,
Generate lassù nell’alto Cielo,
Dell’opre saggie e caste,
E del parlar, che l’onestà conservi: