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80 IL TORRISMONDO

O qual nutre sdegnando orribil parto
Gravida d’ira la Pannonia, e d’arme?
Queste cose tra me sovente io volgo.
E già non veggio più sicuro scampo,
O più saggio consiglio innanzi al rischio,
Ch’unire insieme i tre famosi regni,
Che ’l gran padre Ocean quasi circonda,
E dagli altri scompagna, e ’n ua congiunge.
Perch’ogni stato per concordia avanza,
E per discordia alfin vacilla, e cade.
Due già ne sono uniti. E questo giorno,
Ch’Alvida, e Torrismondo annoda, e stringe,
Stringer potriasi ancor a voi Rosmonda,
Ch’agguaglia a mio parer. Ma fia gran merto,
Non lasciar parte in tanta gloria al senso.
Molti sono tra voi legami, e nodi
D’amicizia, d’amor, di stabil fede:
Ma nullo dee mancarne. Aggiunto a’ primi
Sia questo nuovo, e caro. E nulla or manchi
A lieta pace, or che dal Ciel discende
A tre popoli arcieri in guerra esperti,
Fra’ quai nessuno in amar voi precorse
Me d’anni grave. E questo ancor m’affida,
E la vostra bontà, la grazia, el senno;
Talchè primiero a ragionarne ardisco.
Ma non prego solo io; congiunta or prega
Questa canuta e venerabil madre,
Antica terra, e di trionfi adorna.
E son queste sue voci, e sue preghiere.
O miei figli, o mia gloria, o mia possanza,
Per le mie spoglie, e per l’antiche palme,
Per l’alte imprese, ond’è la gloria eterna,
Per le corone degli antichi vostri,