Pagina:Tasso, Torquato - Il Re Torrismondo, Pisa, 1821.djvu/91

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ATTO QUARTO 87

Anzi gran pro mi pare, ed util certo.

TORRISMONDO

Quasi povero sia de’ Goti il regno,
Cui può sì ricco far guerriera stirpe,
Le magnanime donne, e i duci illustri.
Ma, deh! come se’ tu vera Rosmonda,
E finta mia sorella, e falsa figlia
Della Regina degli antichi Goti?
Chi fece il grande inganno, o ’l tenne ascoso
Tanti e tanti anni? e qual destino, o forza,
La fraude e l’arte a palesar t’astringe?

ROSMONDA

Per mia madre, e per me breve io rispondo.
Fè l’inganno gentil pietà, non fraude,
E ’l discopre pietà.

TORRISMONDO

Tu parli oscuro,
Perchè stringi gran cose in picciol fascio.

ROSMONDA

Da qual parte io comincio a fare illustre
Quel, ch’oscura il silenzio, e ’l tempo involve?

TORRISMONDO

Quel che ricopre, alfin discopre il tempo.
Ma dalle prime tu primier comincia.

ROSMONDA

Sappi che grave già per gli anni, e stanca.
Dopo la morte d’uno e d’altro figlio,
Dopo la servitù, che d’ostro, e d’oro
Nell’alta reggia altrui sovente adorna,
La madre mia di me portava il pondo,
Con suo non leggier duolo, e gran periglio.
Onde quel che nascesse, a Dio fu sacro
Da lei nel voto: ed egli accolse i preghi.