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ATTO QUARTO 89

E pietà fu dell’uno; e fu dell’altro
O consiglio, o fortuna, o fato, o forza.

TORRISMONDO

A chi si fece la mirabil fraude?

ROSMONDA

Alla Regina, tua pudica madre,
La qual mi stima ancor diletta figlia.

TORRISMONDO

In tanti anni del ver, delusa vecchia,
Non s’accorge, non l’ode, e non conosce
La sua madre la figlia, o pur s’infinge?

ROSMONDA

Non s’infinge d’amar, nè d’esser madre,
Se fu madre l’amor, che spesso adegua
Le forze di natura, e quasi avanza.
Nè di scoprire osai l’arte pietosa,
Che le schivò già noja, e diè diletto,
Ed or porge diletto, e schiva affanno.

TORRISMONDO

Ma come ella primiera al nuovo inganno
Diè così stabil fede, e non s’accorse
Della perduta figlia, e poi del cambio?

ROSMONDA

La natura, e l'età, che non distinse
Me dalla tua sorella, e ’l tempo, e ’l luogo,
Dove in disparte ambe nutriva, e lunge
La vera madre mia dall’alta reggia,
Tanto ingannò la tua: ma più la fede,
Ch’ebbe nella nutrice, e nel marito.

TORRISMONDO

Se la fede ingannò, l’inganno è giusto.
Ma dove ella nutrivvi?