Pagina:Tasso, Torquato - Il Re Torrismondo, Pisa, 1821.djvu/96

Da Wikisource.
92 IL TORRISMONDO

Nè so ben anco, s’io n’intesi il nome.
Ma spesso udía già ricordar Frontone,
E ’l nome in mente or serbo.

TORRISMONDO

Il Re celato
Tenne sempre alla moglie il cambio, e l’arte?

ROSMONDA

Tenne, sinchè ’l prevenne acerba morte,
Facendo lui co’ Dani aspra battaglia.
Così narrò la mia canuta, ed egra
Madre languente, e lui seguì morendo.

TORRISMONDO

Cose mi narri tu d’alto silenzio
Veracemente degne: e ’n cor profondo
Serbar le devi, e ritenerle ascose:
Chè i secreti de’ Regi al folle volgo
Ben commessi non sono, e fuor gli sparge
Spesso loquace fama, anzi bugiarda.
A me chiamisi il Saggio, e poi Frontone.


SCENA QUARTA

TORRISMONDO, INDOVINO, CORO

TORRISMONDO

Lasso! quinci Fortuna, e quindi Amore
Mille pungenti strali ognor m’avventa,
Nè scocca a voto mai, nè tira indarno.
I pensier son saette, e ’l core un segno,
Della vittoria è la mia vita il pregio,
Giudici il mio volere, e ’l mio destino:
Nè l’un, nè l’altro arciero ancora è stanco.
Che fia? misero me! per caso, od arte